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Pomodori anti-climate change coltivati in una serra intelligente

Nell'isola subtropicale di Ishigaki la produzione agricola è tenuta sotto scacco dai monsoni e da piogge e tifoni devastanti. La risposta grazie alla tecnologia. Al progetto ha preso parte anche Panasonic. L'obiettivo è sviluppare un sistema in grado di produrre e assicurare una fornitura stabile di prodotti, varietà di gustose verdure giapponesi, e a prezzi accessibili anche nelle regioni in cui le condizioni meteorologiche sono sempre più estreme

serra intelligente
Credits: Panasonic

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Coltivazioni che battono i cambiamenti climatici e le condizioni meteo estreme. Grazie a una serra intelligente messa in piedi a Ishigaki – un’isola subtropicale a Sud Ovest di Okinawa – dove la produzione agricola è tenuta sotto scacco dai monsoni e da piogge e tifoni devastanti. 

Con la tecnologia si è cercato così di rispondere alla sfida climatica: al progetto ha preso parte anche Panasonic che ha messo in scena la base del nuovo modello per la crescita delle piante, e per provare a coltivare ortaggi di qualità a prezzi accessibili anche in condizioni climatiche estreme.

Il consorzio Asian monsoon plant factory system – composto dal governo giapponese, dal mondo accademico e da aziende del settore privato – è stato costituito nel 2016 per affrontare il tema dell’agricoltura sostenibile nelle aree tropicali. L’obiettivo è sviluppare un sistema in grado di produrre e assicurare una fornitura stabile di prodotti, varietà di gustose verdure giapponesi, e a prezzi accessibili anche nelle regioni in cui le condizioni meteorologiche sono sempre più estreme. 

Sono stati scelti i pomodori, una delle colture più difficili per via dell’elevata umidità dell’area. Gli elementi chiave sono la temperatura, l’umidità e l’illuminazione. Per la serra intelligente – che ha preso il nome di ‘IT Greenhouse’, ed ha una struttura in grado di resistere a raffiche di vento fino a 50 metri al secondo – Panasonic ha fornito le tecnologie, consentendo il controllo di temperatura e umidità a livelli ottimali; tra gli strumenti utilizzati, tende che assorbono la luce infrarossa per mitigare il calore e sensori di contenuto di umidità per misurare il grado di fotosintesi nei pomodori. E’ stato poi introdotto un sistema per la gestione e il miglioramento delle condizioni all’interno della struttura. Con l’esperienza degli elettrodomestici abilitati per l’IoT, Panasonic ha sviluppato due set di sistemi per la gestione in cloud: il primo è ‘Smart saien’s cloud’, un sistema di controllo ambientale integrato in cui i programmi di controllo sono stati ottimizzati e implementati per l’uso in un clima subtropicale; il secondo è il sistema ‘Cultivation navi’ che gli agricoltori utilizzano per registrare e accedere ai dati di coltivazione attraverso una App per smartphone.

La fabbrica dell’impianto di Ishigaki è stata controllata a distanza, da 2000 chilometri, dalla base Panasonic di Osaka e dall’Organizzazione nazionale per la ricerca sull’agricoltura e l’alimentazione a Tsukuba. Oltre a fornire agli agricoltori facilità d’accesso ai dati, come la crescita degli ortaggi e il piano di coltivazione, il sistema consente agli specialisti di fornire consulenza professionale basata sui dati agli agricoltori per migliorare sia la qualità che la resa. Il costo di costruzione del prototipo è di poco meno di 200 milioni di yen per ettaro. Il progetto prevede che i pomodori vengano raccolti ogni 3 mesi, dopo aver raggiunto un’altezza di circa 2 metri.