Testato su una pista molto trafficata, l’asfalto di grafene contiene anche una plastica che non rientra nella filiera del riciclo.
(Rinnovabili.it) – L’aeroporto di Roma Fiumicino è il primo aeroporto intercontinentale a testare l’asfalto di grafene in una delle sue piste più trafficate, utilizzata da aerei di classe pesante come il Boeing 777 e Airbus A380. L’asfalto non solo ha una durata doppia rispetto a quello tradizionale (prevenendo la deformazione della pista e aumentando la sicurezza), ma il materiale con cui è realizzato, il Gipave, è un additivo polimerico che contiene grafene e un tipo di plastica che non rientra nella filiera del riciclo ed è normalmente destinata agli impianti di termovalorizzazione.
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Il Gipave (che può essere riciclato al 100%, riducendo così l’estrazione di nuovi materiali dalle cave e dal bitume) è stato sviluppato dall’azienda italiana Iterchimica, in collaborazione con Directa Plus (produttore di grafene), G.Eco (che ha fornito il materiale plastico) e l’Università degli Studi di Milano Bicocca, che si occupa dell’analisi ambientale della sperimentazione. La domanda di brevetto italiano di questa nuova tecnologia, depositata a fine 2017, ha già avuto esito positivo ed è attualmente in corso di approvazione anche nell’Unione Europea.
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I test sull’asfalto di grafene si inseriscono nel programma di manutenzione delle pavimentazioni delle infrastrutture di volo dell’aeroporto di Fiumicino e, nello specifico, di un tratto di 100 metri. Alla pista, però, sono state applicate due diverse tecnologie su due segmenti consecutivi di 50 metri, quella al grafene e quella tradizionale con bitume modificato con polimeri, al fine di monitorare le due diverse perfomance. “Proveremo questa tecnologia per circa un anno e, se darà i risultati che speriamo, sarà nostro interesse utilizzarla il più ampiamente possibile“, ha affermato Giorgio Gregori, responsabile dello sviluppo delle infrastrutture all’aeroporto di Fiumicino.
Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica, ha dichiarato a Reuters che l’asfalto di grafene ha attraversato tre anni di prove di laboratorio ed è stato posato su una strada ad alta intensità di traffico. Giannattasio ha anche aggiunto che, nonostante il materiale costi di più rispetto agli asfalti tradizionali, la maggiore durata e la minore necessità di manutenzione lo rendono meno costoso sul medio e sul lungo termine.