(Rinnovabili.it) – Dopo i satelliti arrivano i raggi cosmici. Per dare la caccia alle perdite idriche in rete, Hera si affida a una tecnologia d’avanguardia basata sulle particelle energetiche provenienti dallo spazio esterno (protoni, elettroni, nuclei di elio, fotoni e neutrini) e alle quali la Terra è normalmente esposta.
Il nuovo sistema, in fase di sviluppo e sperimentazione da parte della multiutility, permette di controllare una quantità di rete considerevolmente maggiore rispetto ai sistemi ‘tradizionali’, in quanto può viaggiare con il mezzo mobile su cui viene montato. In questo modo è possibile intervenire per riparare le perdite idriche con maggiore tempestività recuperando quantitativi importanti di “oro blu”, altrimenti dispersi.
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Come funziona la ricerca perdite basata sui cosmic rays
Hera è la prima in Italia a impiegare questa tecnologia, grazie alla partnership con la startup Cosmic, che ha messo a punto il sistema. Nel dettaglio, la tecnica sfrutta il conteggio dei neutroni e sarà testata su vari segmenti della rete idrica bolognese, per un totale di 1.250 km.
Grazie ad un apposito strumento di misurazione, viene rilevata l’umidità del terreno, in relazione alla concentrazione dei neutroni liberi. Queste particelle, infatti, vengono rallentate o assorbite dall’idrogeno: poiché una molecola d’acqua contiene due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, in una perdita idrica sono presenti molte molecole di idrogeno, che assorbono i neutroni e determinano un loro calo a livello del manto stradale. Calo che lo strumento è in grado di rilevare.
Il sistema ha conquistato il primo premio nella competizione dell’Agenzia Spaziale Europea dedicata alle imprese innovative, cui hanno partecipato 101 progetti, provenienti da tutti i Paesi aderenti all’Unione.
“Hera pone sempre al primo posto l’innovazione – dice Franco Fogacci, Direttore Acqua del Gruppo Hera – elemento importantissimo anche nella gestione del ciclo idrico, servizio caratterizzato da un’alta presenza di infrastrutture e più di altri soggetto alle conseguenze dei mutamenti climatici. È indicativo il fatto che il nostro Piano Industriale al 2023 preveda circa 830 milioni di euro di investimenti solo in questo settore. Investimenti utilizzati per renderlo sempre più efficiente e resiliente nel suo funzionamento quotidiano, puntando anche su tecnologie decisamente d’avanguardia, come quella che stiamo sperimentando”.
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