(Rinnovabili.it) – Si chiama Carbon Removal XPrize ed è il concorso quadriennale da 100 milioni di dollari dedicato alla rimozione del carbonio. Finanziata da Elon Musk e dalla omonima fondazione XPrize, la competizione è partita a febbraio 2020 chiamando a sé innovatori e scienziati da ogni parte del pianeta. L’obiettivo? Creare e dimostrare soluzioni in grado di estrarre l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera o dagli oceani e sequestrarla in modo duraturo e sostenibile per almeno 100 anni.
Gli organizzatori hanno voluto anche riservare alcune borse di studio a studenti particolarmente meritevoli. L’idea alla base era quella di ispirare la prossima generazione di innovatori del clima, selezionando alcune proposte giovani da supportare economicamente e far partecipare alla competizione generale. Si sono così sfidate 195 squadre di ragazzi e ragazze provenienti da 44 paesi su due percorsi di gara: Dimostrazione della rimozione dell’anidride carbonica; Tecnologie di misurazione, segnalazione e verifica.
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Oggi Carbon Removal XPrize è pronto a rendere noti i 23 team vincitori. Di questi, 18 hanno ricevuto un compenso da 250mila dollari per continuare a sviluppare le proprie tecnologie di rimozione del carbonio. Gli altri 5 team sono stati selezionati tra le proposte tecnologiche per il monitoraggio e premiati con 100mila dollari a testa.
Tra i 23 progetti ve ne sono alcuni particolarmente innovativi e lungimiranti. Come quello di Skyrenu Technologies, squadra canadese che propone un sistema integrato di cattura e sequestro in cui produzione di CO2 gassosa ad alta concentrazione viene utilizzata per la carbonatazione in loco dei rifiuti minerari. “I nostri sistemi possono essere installati direttamente nei siti di scarico delle miniere, eliminando così la necessità di trasportare CO2 o materie prime minerali su lunghe distanze. Abbiamo in programma di testarli in siti minerari di amianto abbandonati nella provincia del Quebec in Canada, dove 2 Gt di residui di miniera esistenti offrono un potenziale di sequestro di CO2 di circa 700 MtCO2, alimentando il processo con il 100% do energia idroelettrica”.
O come quello del team australiano di Blue Symbiosis. Il gruppo sta cercando di sfruttare le proprietà naturali di assorbimento della CO2 delle alghe, riutilizzando le piattaforme petrolifere e di gas come siti di agricoltura rigenerativa. L’obiettivo è aumentare la produzione fino al punto in cui il sistema può avere un impatto reale sulla salute degli oceani, utilizzando le alghe in parte come materiale edilizio.
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“Vogliamo avere un impatto davvero significativo”, ha spiegato Musk. “Miriamo alla negatività del carbonio, non alla neutralità. L’obiettivo finale sono le tecnologie scalabili di rimozione del carbonio che vengano misurate in base al ‘costo per tonnellata considerato totalmente’ che include anche l’impatto ambientale. Questa non è una competizione teorica; vogliamo team che costruiscano sistemi reali che possano avere un impatto misurabile e scalare fino a un livello di gigaton. A ogni costo. Il tempo è essenziale”.