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Premio L’Oréal Italia- Unesco “Per le Donne e la Scienza” a sei ricercatrici di eccellenza

Il CEO Fenart: “Donne determinanti per lo sviluppo sostenibile”

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di Fabrizia Sernia

(Rinnovabili.it) – Diciannove edizioni in Italia e 100 borse di studio attribuite dal 2002 a giovani scienziate under 35 che grazie al Premio L’Oréal-Unesco “Per le Donne e la Scienza” hanno potuto e potranno proseguire i loro progetti di ricerca nel nostro Paese. Quest’anno  sono state sei le giovani scienziate ad ottenere il prestigioso riconoscimento da una Giuria composta da un panel di illustri docenti universitari e scienziati, dove spiccavano per numero le donne: la Presidente Lucia Votano, Dirigente di Ricerca emerita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Maria Benedetta  Donati, Responsabile del Neuromed Biobanking Center  di Pozzilli (Isernia),  Cristina Emanuel, Direttore Scientifico e Regolamentare l’Oréal  Italia, Luigia Carlucci Aiello, già docente di AI alla Sapienza di Roma e Maria Rescigno, Ordinario di Patologia Generale  e prorettore vicario con delega alla Ricerca della Humanitas University e group leader Unità di Immunologia delle mucose  e Microbiota – Humanitas Research Hospital. 

Accanto a loro, lo scienziato Enrico Alleva, del Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute mentale SCIC  dell’Istituto Superiore di Sanità e Accademico dei Lincei, il fisico Mauro Anselmino, già docente di Fisica Teorica all’Università di Torino e Socio nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino e il professor Salvatore Magazù, ordinario di Fisica Sperimentale presso il Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della terra (MIFT) dell’Università di Messina.

L’eccellenza dei componenti della Giuria spiega il livello di eccellenza raggiunto dai progetti di ricerca selezionati, in un’edizione che quest’anno ha raccolto 320 candidature da tutta Italia. Livia Archibugi, gastroenterologa, Elisa Pellegrini, laurea in Scienze Ambientali, Letizia De Chiara, laurea in Biologia cellulare e molecolare, Ornella Juliana Piccinni, laurea in Fisica,  Natalia Bruno, laurea in Fisica e Lorena Baranda Pellejero, laurea in Chimica, ritenute le più meritevoli fra tutte, hanno ricevuto  sei borse di studio del valore di 20 mila euro ciascuna, grazie alle quali potranno proseguire con la loro attività di investigazione scientifica nei campi delle Scienze della Vita e della Materia, incluse Ingegneria, Matematica e Informatica. Fra i sei progetti di ricerca, quello di Elisa Pellegrini, del Dipartimento Agro-Alimentare, Ambientale e Animale  dell’Università di Udine,  si è concentrato sul tema  ambientale “Moria dei canneti e cambiamento climatico: dov’è il collegamento?”.

L’Oréal – Unesco, impegno globale su donne e scienza, cinque hanno conquistato il Nobel

Con il suo impegno nella scienza e nelle misure atte a favorire il gender equity e l’affermazione femminile, L’Oréal ha dimostrato negli anni di essere una pioniera nel mondo. Si tratta di temi  di grandissima attualità, se solo si pensa  all’appello inviato al Governo dalle scienziate nei mesi scorsi per un’adeguata rappresentanza nelle commissioni tecniche e al manifesto inviato nei giorni scorsi alla Ministra della Ricerca Maria Cristina Messa, firmato da oltre quattrocento ricercatrici  italiane per riaccendere un faro sulla disparità di genere nei percorsi di carriera, acuitasi con la pandemia. La Ministra, fra l’altro, è intervenuta alla premiazione delle sei ricercatrici insieme alla responsabile del Dicastero delle Pari Opportunità, Elena Bonetti.  

Da 23 anni L’Oréal e l’UNESCO sono impegnate nel progetto “For Women in Science”, il primo premio internazionale dedicato alle donne che operano nel settore scientifico.  Se in Italia le borse di studio erogate sono state cento, dal 1998 a oggi nel mondo sono state sostenute nel loro percorso di carriera ben 3mila 600 ricercatrici in 117 Paesi. Cinque di queste scienziate, dopo aver vinto il premio L’Oréal-UNESCO, sono state insignite del premio Nobel. Fra loro Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020. 

Il CEO di L’Oréal: nella pandemia si è compresa l’importanza della scienza

Per Francois-Xavier Fenart, Presidente e Amministratore delegato di L’Oréal Italia, “quest’anno abbiamo tutti avuto una chiara consapevolezza di quanto sia necessaria la ricerca scientifica. È la scienza infatti che ci ha fornito la risposta per affrontare una pandemia globale che aveva congelato le nostre vite”. Per questo il numero uno ha detto di “sentirsi particolarmente orgoglioso di premiare le sei giovani ricercatrici, perché possano portare avanti i loro progetti di ricerca in Italia e perché diventino dei role model, degli esempi da seguire e da emulare, per le loro colleghe e per tutte le giovani donne e ragazze”. Le ricercatrici, ha aggiunto, sono “determinanti per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile su cui costruire il nostro futuro”.  Ma per assicurare il loro contributo al futuro del pianeta occorre interrompere “lo spreco di talenti” documentato dai numeri: “fra gli scienziati, solo un terzo è donna, a livello mondiale e pochissime rivestono ruoli apicali”. Il j’accuse è stato lanciato da Enrico Vicenti, Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, che ha aggiunto: ”La disuguaglianza di genere nella ricerca e nelle discipline STEM è ancora molto ampia, insieme a L’Oréal vogliamo continuare a fare la nostra parte per ridurla”.    

Il progetto sull’impatto del climate change di Elisa Pellegrini 

Elisa, 33 anni, laureata con il massimo dei voti,   studia le interazioni pianta-suolo negli ambienti costieri, con lo scopo di preservarli dai cambiamenti climatici. Il suo progetto, molto difficile e impegnativo, è partita dal fatto che i canneti sono ritenuti degli ottimi indicatori del cambiamento climatico, in quanto particolarmente sensibili all’innalzamento del livello dei mari e all’aumento della salinità.  Di fronte al deperimento dei canneti in Europa e in Nord America, in atto da anni, la ricerca di Elisa cercherà le possibili cause, ad oggi sconosciute, perché  si possa intervenire con misure adeguate per proteggere questi ambienti. L’obiettivo del progetto sarà dunque quello di valutare l’effetto dei cambiamenti climatici sullo stato nutrizionale delle piante. L’aumento  della salinità può limitare infatti la disponibilità di alcuni nutrienti, interferendo con le proprietà del suolo.