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12 piante che rimuovono i metalli pesanti dal suolo: la scoperta del team di Singapore

Un team di ricerca di Singapore ha scoperto che alcune piante possono aiutare a rimuovere i metalli pesanti e altri inquinanti dai suoli contaminati.

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By Forest & Kim Starr, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6130076

Piante per bonificare i suoli dai metalli pesanti

(Rinnovabili.it) – Un team di ricerca della Nanyang Technological University (NTU) e del National Parks Board (NParks) ha scoperto che una serie di piante tropicali possono assorbire metalli pesanti dai suoli. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Pollution.

L’indagine è stata condotta tra marzo 2019 e gennaio 2020 e ha campionato 46 diverse specie native o naturalizzate a Singapore. Le piante si sono rivelate potenziali candidate alla fitodepurazione, l’attività cioè di assorbire contaminanti dal suolo. 12 specie in particolare risultano particolarmente efficaci. Tra queste la comune Cow Grass (Axonopus compressus), iperaccumulatori come la Brake Fern (Pteris vittata) e il Pennywort indiano (Centella asiatica).

Dopo il campionamento, gli scienziati hanno verificato la capacità di assorbimento delle piante. L’esperimento è stato condotto misurando il livello di presenza delle sostanze. I casi in cui c’era una concentrazione più elevata indicavano la capacità di immagazzinare. 

In particolare ci si è concentrati sulla capacità di assorbimento di metalli pesanti e metalloidi. Cadmio, arsenico, piombo e cromo: sostanze che possono essere reperite anche in natura nei suoli ma la cui accumulazione risulta tossica. Accade ad esempio con le particelle derivanti dall’inquinamento dell’aria, che si depositano e accumulano sugli strati superiori dei suoli. I metalli pesanti che le piante potrebbero assorbire possono però derivare anche dall’utilizzo di prodotti sintetici come pesticidi, vernici, batterie, rifiuti industriali o domestici. 

I ricercatori hanno misurato la pericolosità dei contaminanti in base alle soglie fornite dallo Standard olandese, mutuato anche dalle agenzie governative di Singapore. 

Una modalità di bonifica ecosostenbile

La scoperta potrebbe fornire un’alternativa, ecologica e sostenibile, ai metodi industriali di bonifica. La purificazione dei suoli contaminati avviene infatti spesso con tecniche come il lavaggio o la lisciviazione acida. I processi sono possono essere anche molto costosi, e includere l’utilizzo di sostanze chimiche aggressive. 

In generale la rimozione dei metalli pesanti dai suoli mediante le piante potrebbe contribuire a risolvere una serie di limiti. Per bonificare infatti si fa ricorso a macchinari pesanti per gli scavi e il trasporto della terra, che espongono essere umani e animali agli inquinanti. 

La fitodepurazione è però un processo che guarda al lungo termine e ha tempi più lunghi. I ricercatori stanno tuttavia verificando la capacità di una serie di particelle inorganiche, già presenti nelle piante, di stimolare la crescita dei vegetali. Questo potrebbe migliorare l’assorbimento delle piante e accelerare i tempi di bonifica. Al momento stanno sperimentando gli impianti su una serie di appezzamenti particolarmente inquinati per verificare l’efficacia delle piante nella rimozione dei metalli pesanti anche in ambienti di stress ambientale come quelli  urbani. 

La soddisfazione degli autori dello studio

Il professor Lam Yeng Ming, presidente della School of Materials Science and Engineering della NTU, ha dichiarato: “In una piccola nazione come Singapore, la terra può essere riutilizzata per sostenere nuovi piani di sviluppo, quindi è importante che abbiamo un modo verde e sostenibile per bonificare quella contaminata. Ci siamo proposti di scoprire come utilizzare al meglio le piante tropicali per fare fitodepurazione e attraverso tecniche di caratterizzazione avanzate, abbiamo mostrato come alcune di queste specie di piante tropicali possano essere un modo ecologico e letteralmente “verde” per rimuovere i contaminanti nel suolo. La fitodepurazione ha anche benefici di economicità, semplicità di gestione, vantaggi estetici e applicabilità e sostenibilità a lungo termine. La strategia previene l’erosione e la lisciviazione dei metalli stabilizzando o accumulando metalli pesanti, in modo da ridurre il rischio di diffusione di contaminanti.

Tan Swee Ngin, professore associato del Gruppo Accademico di Scienze Naturali e Scienze dell’Educazione presso l’Istituto Nazionale di Educazione della NTU, co-autore dello studio, ha detto: “I nostri risultati hanno rivelato che ci sono regioni in cui i livelli di metalli pesanti e metalloidi sono relativamente alti e potrebbero influenzare l’ambiente e la salute della flora e della fauna a Singapore. Ciò richiederebbe azioni preventive, come il nostro metodo di utilizzo delle piante per rimuovere questi materiali tossici, da utilizzare per ridurre al minimo la contaminazione da metalli pesanti.