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Blockchain per supermagneti sostenibili, sulle materie prime critiche l’UE schiera CSyARES

Bruxelles mette un altro tassello nella sua strategia sui critical raw materials: l’impiego di tecnologia blockchain per testare il tracciamento delle terre rare coinvolte nella filiera dei supermagneti, indispensabili per EV e aerogeneratori

Materie prime critiche: l’UE usa la blockchain per blindare la filiera dei supermagneti
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La lista UE delle materie prime critiche contiene 30 elementi, dal gallio al litio

(Rinnovabili.it) – La tecnologia blockchain per assicurare la sostenibilità delle materie prime critiche. Iniziando dalle terre rare con cui si producono i supermagneti industriali indispensabili per le auto elettriche. Entro 3 anni l’UE dovrebbe mettere in piedi un meccanismo in grado di assicurare che la transizione ecologica non abbia zone d’ombra nelle catene di fornitura delle rare earth. Un passo avanti concreto, in linea con il piano d’azione europeo sui critical raw materials presentato a settembre 2020.

L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare oggi, ma secondo indiscrezioni raccolte dall’agenzia Reuters il meccanismo si chiamerà Circular System for Assessing Rare Earth Sustainability (CSyARES) e sarà finanziato attraverso il consorzio paneuropeo EIT Raw Materials. Sarebbero 5 i soggetti coinvolti: la Rare Earth Industry Association (REIA), la società olandese di tracciamento della filiera Cirularise, la tedesca BEC, la danese Grundfos e la londinese Minviro.

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L’utilizzo di tecnologie blockchain permette di rafforzare le garanzie di sostenibilità sull’estrazione e la produzione di terre rare. La blockchain, infatti, assicura la massima trasparenza e tracciabilità in tutti i passaggi della catena di fornitura. In pratica è come assegnare a una partita di terre rare una specie di passaporto digitale che l’accompagna attraverso i vari passaggi, dall’estrazione al fine vita. Una modalità radicalmente diversa da quella attuale, che si basa su semplici certificati che possono venire facilmente contraffatti inquinando così la supply chain.

Secondo le anticipazioni, questo test sull’uso di blockchain per blindare la filiera riguarderebbe soltanto alcune terre rare, non tutte le 30 materie prime critiche riconosciute ufficialmente dall’UE. La lista contiene sia le terre rare leggere che quelle pesanti, insieme ad elementi come cobalto, borato, litio, titanio, stronzio. Almeno in questa fase, l’attenzione è però concentrata sui componenti dei supermagneti (verosimilmente il neodimio), impiegati sia per la produzione di auto elettriche che di turbine eoliche, ma necessari anche per l’industria della difesa.

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