I benefici della transizione energetica per l’economia, le comunità e i territori
(Rinnovabili.it) – L’India si presta ad essere il terreno ideale in cui intrecciare decarbonizzazione, valorizzazione delle risorse locali e progetti educativi. In primis perché il Paese è attualmente il più grande importatore di commodity energetiche. Una dipendenza che pesa soprattutto ora che l’economia si sta riprendendo e i consumi tornando a crescere. E mentre i prezzi del carbone schizzano in alto, aumenta la necessità per Nuova Delhi di trovare un modo con cui affrancarsi dell’import energetico senza danneggiare crescita economica e società. In secondo luogo perché la popolazione indiana è molto giovane (si stima un’età media di 28,4 anni).
A tutto questo si aggiunge – nonostante le diverse priorità economiche – l’impegno dell’Esecutivo Indiano verso l’attuazione di politiche industriali sempre più sostenibili e in chiave di riduzione delle emissioni climalteranti.
Un primo esempio concreto è stata la dichiarazione congiunta firmata a Roma durante il G20 dal primo Ministro indiano, Narendra Modi e il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, che annuncia un partenariato strategico sulla transizione energetica. Verranno esplorate possibilità di cooperazione per progetti di “corridoi verdi di grandi dimensioni, reti intelligenti, soluzioni di stoccaggio dell’energia, trasporto del gas, gestione integrata dei rifiuti (waste-to-wealth), sviluppo e diffusione dell’idrogeno verde e promozione dei biocarburanti.
Non a caso puntano proprio su questi settori anche gli ultimi due progetti di business lanciati qui da Maire Tecnimont. Due iniziative di largo respiro dedicate all’economia circolare e all’energy transition. Nel dettaglio a novembre 2020 NextChem ha siglato un’intesa con l’Indian Oil Corporation per sviluppo di progetti industriali di riciclo delle plastiche e produzione di carburanti da materie prime rinnovabili, attraverso tecnologie proprietarie della azienda italiana. Dopo appena 4 mesi l’impegno si è ampliato grazie ad un nuovo accordo con Adani Enterprises. Obiettivo dell’intesa? Impiegare le tecnologie di NextChem e Stamicarbon (controllata Maire Tecnimont) nonché le competenze e l’expertise di project development di MET DEV (controllata Maire Tecnimont) per industrializzare la chimica verde e l’economia circolare in India.
Divenire abilitatori della transizione energetica mettendo al centro le persone. Questo l’imperativo che si sono date la multinazionale italiana Maire Tecnimont e la sua controllata NextChem, il braccio operativo dell’energy transition e della chimica verde. Il gruppo ha agganciato la propria visione strategica d’impresa ad una precisa agenda ESG che trova tra le sue direttrici anche un forte impegno sociale. Impegno orientato allo sviluppo del capitale umano e alla tutela dei lavoratori, ma anche alla crescita dei territori in cui il Gruppo opera.
L’obiettivo è quello di rafforzare il coinvolgimento degli stakeholder e supportare le comunità locali con progetti che promuovano l’istruzione e la formazione di alto livello, l’inclusività, l’uguaglianza di genere, il progresso tecnologico, la tutela ambientale. Anche in quelle aree più vulnerabili e complesse dal lato sociale. Un approccio a 360 gradi che dimostra come non sia possibile separare la sana crescita economica dalla sostenibilità. Nè portare avanti l’energy transition senza coniugare i bisogni comunitari e istaurare forti relazioni locali.
D’altra parte stiamo parlando di una realtà presente in 45 paesi nel mondo, che prima di altri ha fatto del confronto, della collaborazione e della multiculturalità valori con cui affrontare le sfide del futuro.
L’esempio forse più lampante è offerto dall’India, dove il Gruppo vanta una presenza solida e di lunga data, con radici storiche che risalgono fino agli anni ’70. Oggi Maire Tecnimont sta rafforzando la sua presenza nel gigante asiatico abilitandone la transizione energetica, in un processo di cambiamento sostenibile che guarda direttamente alle risorse e alle esigenze locali. L’obiettivo è creare nuovo valore. A livello economico ma anche umano.
E uno degli strumenti per realizzare ciò è il corporate giving, ossia quello che, nell’ambito delle strategie di sostenibilita’, è l’impegno aziendale a sostegno di organizzazioni, individui e iniziative aventi utilità sociali e ambientali. Una possibilità normata in India da una precisa legge federale del 2015. La legge prevede che le società con un certo reddito, investano il 2% della media ricavi aziendali su iniziative di CSR. Un modo efficiente per favorire la ridistribuzione degli utili a favore della comunità e attirare preziose collaborazioni.
In questo contesto si inserisce il progetto di formazione d’alto livello avviato a Mangalore, città portuale nello stato meridionale del Karnataka. Qui il gruppo – attraverso la sua controllata regionale Tencimont Private Limited – ha avviato una partnership con il National Institute of Technology Karnataka (NITK), una delle 31 Università tecnologiche riconosciute come Istituiti di importanza nazionale dal governo centrale. L’iniziativa, finanziata con parte di quel 2% sopracitato, è partita ufficialmente nel 2020 con la realizzazione di un impianto pilota per la produzione di biogas. Le fonti di alimentazione? Gli scarti alimentari del campus universitario.
Il progetto, primo nel suo genere per l’istituto indiano, ha un doppio obiettivo. Il primo consiste nel fornire una facility di ricerca e formazione espressamente dedicata alle nuove generazioni di ingegneri della transizione energetica. Alla gestione dell’impianto è collegata, infatti, la creazione di un centro studi interdisciplinare e l’attivazione di un programma di scholarship. Borse di studio annuali finanziate tramite i fondi della CSR e mirate all’arricchimento delle competenze individuali e alla formazione di nuove figure professionali. Quegli stessi profili d’alto livello che costituiscono gli “ingranaggi” dell’energy transition oggi portata avanti da NextChem.
L’attribuzione delle borse di studio (nel 2021 ne sono state assegnate sedici) segue criteri di merito, reddito ed equilibrio di genere. Il Gruppo ha chiesto all’Istituto di elaborare una valutazione tecnica del profilo agganciandovi due importanti elementi di bilanciamento sociale, per poter garantire una formazione di qualità anche a ragazze e ragazzi meno abbienti. Assicurando un numero di donne selezionate pari a quello degli uomini.
L’impianto pilota – nato grazie alla collaborazione con un provider locale e dotato di strumenti di controllo avanzati – permetterà ai borsisti di “toccare con mano” la tecnologia, imparando progettare e gestire l’innovazione.
E, mentre il centro multidisciplinare inaugurerà a breve l’area di ricerca, a partire dal 2022 saranno attivati anche una serie di incontri e workshop tra i professionisti del Gruppo e gli studenti dell’NITK.
Nel complesso, il progetto incarna perfettamente uno degli obiettivi cardine della strategia di sostenibilità di Maire Tecnimont: investire nell’educazione al fine di creare competenze, innovazione, occupazione e dunque opportunità di sviluppo a lungo termine.
Ma accanto allo scopo formativo, l’iniziativa aggiunge anche un secondo target di sostenibilità. L’energia generata dall’installazione pilota è impiegata per soddisfare parte del fabbisogno del campus, rendendo la struttura meno dipendente dalla rete e soprattutto diminuendo l’impatto emissivo di NITK. Nel dettaglio l’impianto trasforma tramite la digestione anaerobica i rifiuti alimentari, generati dalle mense dell’Istituto e dagli alloggi studenteschi, in biogas. Tuttavia durante i primi lockdown causa COVID-19, con il funzionamento del campus a regime ridotto e dunque il calo degli scarti interni, i coordinatori del progetto hanno cercato di capire come interagire con le comunità locali per raccogliere e impiegare rifiuti organici esterni. Una soluzione ottimale per trasformare in risorsa uno dei grandi problemi del Paese e sui cui far crescere la transizione energetica nazionale.
in collaborazione con NextChem