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Innovazione energetica in Italia: corrono le startup, zoppicano i brevetti

Poco più di 2.000 startup attive in Italia sul fronte energetico e solo 739 domande di brevetti. Questo il quadro emerso dal report “Energia. Le ricette dell’innovazione per un menù da riscrivere” dell’Istituto per la Competitività ha presentato

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Foto di mohamed Hassan da Pixabay

I numeri dell’innovazione energetica in Italia

(Rinnovabili.it) – L’innovazione energetica in Italia? Non proprio un cavallo da tiro. Il settore sconta tutti i problemi che ormai da anni si porta dietro la ricerca nazionale, allungando il distacco con i risultati ottenuti dalle prime della classe, ovvero Cina, Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud. Lo rivela il rapporto annuale dell’Istituto per la Competitività (I‐Com), presentato ieri a Roma.

Lo studio, intitolato “Energia. Le ricette dell’innovazione per un menù da riscrivere”, analizza le realtà e l’attività brevettuale nazionale confrontandola con quella mondiale per tracciare il percorso di crescita del Belpaese. Una crescita che, seppur presente, avanza con estrema lentezza. Basta guardare al mondo delle startup. Nel complesso le giovani aziende innovative sono aumentate del 170 per cento dal 2015 al 2022, raggiungendo un totale di 14.548 imprese registrate. Ma scendendo di scala e focalizzandoci unicamente sul tema energia, il numero si riduce ad appena 2.128 realtà. Di queste la quasi totalità si occupa di R&S (1.985 imprese, il 93% del totale). La restante parte è divisa su fabbricazione di macchinari, apparecchiature NCA, autoveicoli e rimorchi.

Un ecosistema in divenire che soffre anche di problemi strutturali. A cominciare dalle ridotte dimensioni. Secondo il rapporto, delle sole 768 startup energetiche che hanno comunicato i propri dati occupazionali, appena il 14% dichiara un numero di dipendenti pari almeno a 5. Ad averne 20 è solo lo 0,5% del campione. Anche focalizzando l’attenzione sull’impatto in termini di occupazione e imprenditoria femminile, il quadro risulta abbastanza critico: la fetta di realtà che vanta almeno un 50% di donne tra soci e amministratori non supera il 14%.

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Interessante notare – si legge nel documento – che, sebbene le tendenze complessive siano comunque simili, le attività in ambito energetico risultano essere leggermente più proficue, con poco meno del 40% delle imprese che registra una produzione dal valore incluso tra i 100.000 euro e il milione di euro”.

A zoppicare sono anche i dati sui brevetti legati all’innovazione energetica. Nonostante un aumento medio del 2,6% tra il 2010 e il 2020, l’Italia è passata dal rappresentare l’1% (572 brevetti) allo 0,7% (739 brevetti) del totale nelle tecnologie energetiche a livello mondiale. Anche nel confronto con gli altri Paesi europei la Penisola figura ultima per crescita decennale: il Regno Unito presenta infatti un tasso annuo medio di crescita dell’8,1%, seguito dalla Germania e dalla Francia rispettivamente con il 6% e il 6,1%, e dalla Spagna con un 3,3%.