L’impianto cattura CO2 islandese rimuoverà 4.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno
(Rinnovabili.it) – Una volta erano considerate il piano B contro la crisi climatica. Oggi le tecnologie di sequestro del carbonio hanno uno spazio più o meno definito in moltissime strategie di decarbonizzazione. E dai primi esperimenti su piccola scala, sono approdate oggi sul mercato internazionale con progetti commercialmente convincenti. Lo dimostra Orca, il più grande impianto cattura CO2 basato sulla Direct Air Capture (DAC) ed entrato in questi giorni in funzione. Climeworks aveva iniziato a costruire la struttura a maggio 2020, in prossimità della centrale geotermica Hellisheiði, in Islanda. Una scelta non casuale: ad alimentare il sequestro dell’anidride carbonica sarà esclusivamente l’energia del sottosuolo.
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Il progetto mira a dimostrare l’efficacia e la replicabilità della tecnologia Climeworks come strumento per ridurre le emissioni di gas serra. Ecco perché gli sviluppatori hanno optato per un approccio modulare avanzato realizzando compatte ma potenti unità di raccolta impilabili. Ciò ha consentito ad Orca di essere operativa in meno di 15 mesi.
La Direct Air Capture dell’anidride carbonica
Come tutti i sistemi DAC, l’impianto cattura CO2 non ha bisogno dei densi fumi di scarico delle centrali termoelettriche per lavorare. Può rimuovere l’anidride carbonica direttamente dall’aria, operando quindi con concentrazioni molto più basse. La tecnologia Direct Air Capture (DAC) fa esattamente quello che fanno le piante ma molto più velocemente: aspira l’aria, estrae il biossido di carbonio attraverso alcune reazioni chimiche e restituisce il resto all’ambiente. A pieno regime la struttura islandese rimuoverà circa 4.000 tonnellate di CO₂ atmosferica l’anno, immagazzinandole in modo permanente attraverso il processo di mineralizzazione naturale Carbfix.
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“Orca – spiega la società – costituisce il primo impianto nel suo genere a tradurre in realtà la visione della cattura e dello stoccaggio dell’aria diretta su scala industriale”. “Rappresenta un progetto scalabile, flessibile e replicabile per la futura espansione di Climeworks”, sottolinea Jan Wurzbacher, co-CEO e co-fondatore dell’azienda. “Con questo successo, siamo pronti ad aumentare rapidamente la nostra capacità nei prossimi anni”.