L’analisi di Wood Mackenzie sugli impianti CCUS nel mondo
(Rinnovabili.it) – Ben 905 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. A tanto ammonta oggi la capacità di sequestro degli impianti CCUS (Carbon Capture Use and Storage) a livello globale. Lo rivela in questi giorni Wood Mackenzie, azienda Verisk, pubblicando il suo ultimo report sul settore.
Il documento, analisi di mercato per i sistemi di sequestro e riutilizzo della CO2, mostra come il comparto stia continuando a crescere. Gran parte dei passi avanti appartengono agli Stati Uniti dove oggi le tecnologie di cattura possono contare su incentivo ad hoc: il credito d’imposta 45Q; uno strumento ulteriormente rafforzato ed esteso dalla Casa Bianca grazie all’approvazione dell’Inflation Reduction Act (IRA). Secondo l’analista Lucy King, “il disegno di legge sulla riduzione dell’inflazione accelererà ulteriormente la nuova capacità CCUS negli Stati Uniti, che attualmente è di quasi 250 milioni di tonnellate all’anno. Incentiverà progetti di cattura su piccola scala, attirerà più industrie e promuoverà investimenti in tecnologie come la cattura diretta dall’aria (DAC – Direct Air Capture)”.
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Insieme al Canada, i Paesi stelle e strisce rappresentano oltre i due terzi dell’attuale capacità globale 2022, con attività principalmente concentrate in Alberta, sulla costa del Golfo e nel Midwest statunitense. Ma nel percorso verso il 2030 l’Europa è destinata ad aumentare il suo peso.
Sono stati fatti grandi passi avanti anche per le licenze e le autorizzazioni per lo stoccaggio geologico di CO2 durante il secondo trimestre del 2022. Il settore ha assistito a un aumento dell’attività di permitting in Norvegia, Regno Unito, Russia e Australia. “Nonostante il continuo slancio negli impianti CCUS, sono necessari molti più progressi per raggiungere gli obiettivi di gas serra del 2050 […] La sfida più grande è la mancanza di politiche e normative integrate per tali progetti”, ha affermato King. “Per la maggior parte dei paesi, il tasso di crescita e la domanda di CCUS sta superando la capacità di legiferare del rispettivo governo. Nonostante ciò, prevediamo che il 2022 sarà un anno cruciale”.