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Il Giappone testa i distributori automatici succhia-CO2

Un composto a base di calcio filtra l’aria usata dalle macchinette per il raffreddamento e assorbe CO2. Una volta saturo viene impiegato per fertilizzanti, cemento o per il ripristino di fondali marini degradati. L’idea è del gruppo di produttori di bevande che ha acquisito Peroni

Distributori automatici succhia-CO2: il 1° test in Giappone
crediti: Asahi Soft Drinks

Asahi Soft Drinks installerà i primi 30 distributori automatici succhia-CO2 nelle province di Kento e Kansai

(Rinnovabili.it) – Un semplice composto a base di calcio per trasformare le macchinette in distributori automatici succhia-CO2. Capaci di togliere dall’atmosfera fino a 60 kg di anidride carbonica ogni anno. È l’idea che sta per testare uno dei più grandi produttori di bevande del Giappone, Asahi Soft Drinks. È il gruppo che nel 2016 ha rilevato l’italiana Peroni.

I distributori automatici succhia-CO2 valgono 20 cedri

Come funzionano questi distributori automatici succhia CO2? Si tratta di macchine in tutto e per tutto simili a quelle che affollano i piani di qualsiasi edificio pubblico. L’unica particolarità riguarda il sistema di raffreddamento che tiene al fresco le bibite. Per funzionare, prende aria dall’ambiente esterno.

Nella versione modificata, l’aria viene a contatto con una polvere di calcio che, grazie a una reazione chimica, è in grado di intrappolare una certa quantità di CO2. Secondo gli ideatori, avrebbe una capacità di assorbimento pari a quella di 20 cedri giapponesi, uno degli alberi più noti per la sua qualità di grande assorbitore di CO2.

260mila macchinette aspira CO2 entro il 2024

L’idea fa parte della strategia del gruppo industriale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’impatto è tutto sommato limitato, ma non insignificante: i distributori automatici succhia-CO2 riescono a compensare il 20% delle emissioni generate. Per il momento, l’intenzione è di procedere con una prima fase di test durante la quale saranno installate 30 macchinette aspira-CO2. Ma il piano prevede il rinnovo entro il 2024 dell’intera flotta di distributori del gruppo: ben 260.000 unità.

Per chiudere il ciclo in modo efficiente, il calcio saturo viene prelevato dai distributori per essere reimpiegato. Sia per usi industriali, ad esempio come materia prima per fertilizzanti o per il cemento. Sia per altre finalità, ad esempio per la preparazione dei fondi per la coltivazione di alghe o per il ripristino di fondali degradati. A tendere, il gruppo punta a migliorare l’efficienza del materiale impiegato per assorbire la CO2 e arrivare a distributori automatici succhia-CO2 completamente neutri dal punto di vista climatico.