(Rinnovabili.it) – Conoscete il germanio? Si tratta di un semimetallo scoperto in Germania (da cui il nome) e oggi largamente usato nel campo dell’elettronica e della chimica grazie alle sue proprietà versatili. E’ normalmente presente nel terreno ma riuscire ad estrarlo non è semplicissimo, e spesso e volentieri viene ottenuto come sottoprodotto della lavorazione dei minerali come zinco o carbone.
Un team di scienziati tedeschi dell’Università di Friburgo ha però messo a punto un nuovo processo per estrarre il germanio dalla terra senza troppa fatica. L’approccio scelto dai ricercatori è quello di far fare il “lavoro sporco” alle piante tramite il “phytomining” (fitomineralizzazione), ovvero la produzione di una “coltura” di un metallo attraverso la coltivazione di piante ad alto contenuto di biomassa.
In realtà il processo è ben conosciuto ed è stato usato in passato con altri elementi, come l’oro e il rame. Per il germanio si tratterebbe invece della prima volta anche se, ammettono gli scienziati, per ora le quantità reperibili sono ancora molto ridotte. “Ciò che viene coltivato in questo campo sono varie colture energetiche – per esempio i girasoli, mais, canne – ma invece di usarle ai fini energetici sono impiegate nel phytomining”, spiega il professore di biologia Hermann Heilmeier, uno degli scienziati che lavorano al progetto. In pratica si sfrutta la capacità delle piante di assorbire i minerali dal suolo, conservandoli in radici e germogli, per poi raccoglierli ed estrarli tramite fermentazione. Economicamente, il processo risulta essere efficiente, perché l’estrazione del germanio può avvenire ad esempio mentre la biomassa vegetale viene trasformata in biogas nei biodigestori. Così molti dei costi sono già inclusi negli impianti esistenti per la produzione di biofuel. “Usiamo il normale processo di produzione di biogas, raccogliamo i prodotti di fermentazione e tutto quello che rimane da fare è estrarre il germanio”.