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La fotosintesi artificiale “imparerà” a catturare la CO2 dall’aria

fotosintesi artificiale
Image by cristian prisecariu from Pixabay

La fotosintesi artificiale si prepara ad evolvere

(Rinnovabili.it) – Le foglie lo fanno sembrare facile, ma catturare e utilizzare l’anidride carbonica direttamente dall’aria è un processo difficile da replicare. Per riuscirvi, negli anni gli scienziati hanno sviluppato diverse sostanze chimiche in grado di “estrarre” la CO2 atmosferica. Ma una volta catturata, il suo rilascio e successivo utilizzo nella fotosintesi artificiale, rappresenta ancora un problema. L’Argonne National Laboratory e lo SLAC National Accelerator Laboratory hanno deciso di unire le proprie competenze per facilitare questo passaggio. L’obiettivo è creare un sistema che imiti il più possibile la capacità delle piante di sfruttare il carbonio atmosferico per sintetizzare prodotti utili.

Il progetto si è già guadagnato da subito l’appoggio del Governo americano. Il Dipartimento per l’Energia statunitense ha assegnato agli scienziati 4,5 milioni di dollari; risorse che dovranno servire a coprire le spese di ricerca per i prossimi tre anni. Insieme, Argonne e SLAC si concentreranno sullo sviluppo di metodi fotochimici che consentano la cattura della CO2 direttamente dall’aria; e che combinino questo passaggio con la conversione fotochimica in combustibili e sostanze chimiche ad alto valore aggiunto. L’obiettivo è migliorare le tecnologie di CCU finalizzate alla produzione di metanolo e acido acrilico, espandendo le fonti energetiche utilizzabili.

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Il team dell’Argonne, guidato dal chimico Ksenija Glusac, ha una lunga storia nel campo della fotosintesi artificiale. A loro, infatti, si deve il merito d’aver ampliato la comprensione di ciò che accade nei materiali per quanto riguarda l’assorbimento della luce e la conversione della stessa in energia. “Il progetto attuale si basa sulla nostra vasta esperienza e offre l’opportunità di combinare l’ acquisizione di CO2 con la fotosintesi”, ha affermato Glusac.

Nel dettaglio, il lavoro si concentrerà sullo studio di particolari strutture supramolecolari chiamate MOF (strutture metallo-organiche) che possono assorbire e raccogliere la luce solare. I nodi metallici di questi elementi possono ospitare due tipi di catalizzatori – di riduzione e di ossidazione – il cui compito è facilitare la trasformazione dell’anidride carbonica e la reazione di rottura delle molecole d’acqua. “Il nostro approccio mira a combinare la cattura di CO2 e la fotosintesi artificiale in un unico processo, chiamato cattura fotoreattiva”, ha aggiunto lo scienziato. “Esploreremo i fotoreattori molecolari che possono sia ripulire l’anidride carbonica sia utilizzare la luce solare per convertirla in sostanze chimiche utili. Riponiamo grandi speranze in questo progetto”.

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