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A Eta Beta le startup che “inventano” contro la crisi climatica

Nell’ultima puntata di Eta Beta, il programma di Radio Uno sull’innovazione, il direttore di Rinnovabili.it racconta le novità del green

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Dalle rinnovabili all’economia circolare, il mondo delle startup è una vera fucina di innovazione. La “classifica” di Eta Beta

(Rinnovabili.it) – Dai pannelli solari che producono acqua, alla pala eolica che si adatta alla direzione del vento, fino alle colonnine di ricarica per auto elettriche nascoste nei marciapiedi. Sono alcuni dei temi trattati nell’ultima puntata di Eta Beta, il programma radiofonico dedicato all’innovazione sostenibile di Radio Uno. Condotto da Massimo Cerofolini e andato in onda sabato 24 giugno, ha visto la partecipazione del direttore di Rinnovabili.it, Mauro Spagnolo, per raccontare le tante novità tecnologiche che ogni giorno il giornale scopre e approfondisce. Una fucina di idee che escono dai laboratori di scienziati e start up che hanno scelto di impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico e al degrado ambientale. 

“Si sta correndo moltissimo nei vari settori della tecnologia legati alla transizione energetica – ha detto Mauro Spagnolo in apertura di trasmissione – Il problema è rendere compatibili queste innovazioni con i sistemi sociali. Oggi vediamo una rinnovata resistenza al discorso ambientalista, ma ormai la strada è tracciata. Sarà solo una questione di tempo”.

In effetti, in alcuni settori l’Italia è ben avviata. Ad esempio il riciclo, campo nel quale siamo i primi in Unione Europea e tra i nove Paesi più virtuosi e vicini agli obiettivi europei per i rifiuti urbani al 2025.

Occorre però ridurre la quantità dei rifiuti, e il ruolo delle aziende produttrici di imballaggi è una chiave importante. Lo ha raccontato Alessandro Broglia, co-fondatore di Up2You, una startup startup greentech che aiuta persone e aziende a ridurre il proprio impatto ambientale. “Bisogna fare qualcosa contro il greenwashing, perché spesso vediamo informazioni che decantano le virtù dei prodotti ma in realtà ne stanno enfatizzando le performance ambientali reali, traendo in inganno i consumatori”.

Gli innovatori delle rinnovabili

Il mondo delle startup è una vera fucina di innovazione, come dimostra l’elenco sciorinato durante la puntata di Eta Beta. Un interessante progetto made in Italy, ad esempio, è la “batteria alla CO2”, progettata e realizzata da Energy Dome per conservare l’energia a meno della metà del costo delle grandi batterie a ioni di litio.

Per quanto riguarda le energie rinnovabili, invece, in Arizona la Source Global ha trovato il modo di produrre acqua tramite i pannelli solari, mentre l’Italiana Gevi Wind ha inventato una pala eolica che si adatta alla direzione del vento. 

La manutenzione di queste tecnologie per l’energia pulita è fondamentale per allungarne la vita utile e massimizzarne le performance. E anche qui l’intervento dell’innovazione può essere salvifico per contenere i costi. L’esempio è un innovativo rivestimento ultrasottile in ossido di titanio per pannelli solari, che cambia la sua risposta all’acqua in base alla luce solare, permettendogli di eliminare polvere e sporcizia dalla sua superficie in maniera autonoma.

Nuove idee per l’economia circolare

Nella seconda parte di Eta Beta, sono stati invece affrontati i temi dell’economia circolare, con alcune innovazioni interessanti per il settore. Ad esempio Bioearth, il tessuto composto al 60% di terra e per il resto di fibre e bioplastiche. Lo ha sviluppato la Columbia University, è sostenibile, leggero e lavorabile a macchina. Dagli scarti agroalimentari, come le bucce di pomodoro o il pastazzo di arancia, invece, l’emiliana Packtin trae packaging e perfino farine per uso alimentare

Dal cibo all’edilizia green, il direttore di Rinnovabili.it ha raccontato come sia stato possibile realizzare mattoni da costruzione a partire dai funghi, cioè dal micelio coltivato in casseformi di legno stampate in 3D. 

Le vie dell’innovazione sono infinite, ma quanto pesano sulle grandi decisioni prese dalle potenze globali? 

“Apparentemente poco – ha detto Mauro Spagnolo – ma sono comunque molto significative, perché testimoniano che solo la sostenibilità può garantire la qualità della vita delle persone. I governi lo stanno capendo, anche grazie al fatto che l’innovazione rende le tecnologie sostenibili più competitive”.