(Rinnovabili.it) – A fine aprile partirà la EF Academy, percorso di alta formazione manageriale ideato da Elettricità Futura – la principale associazione del mondo elettrico italiano – per sostenere lo sviluppo delle imprese in questo momento di grande trasformazione. Abbiamo intervistato il direttore dell’associazione, Andrea Zaghi, per capirne di più.
Dott. Zaghi, da dove nasce l’idea di una academy e come si inserisce nella mission di Elettricità Futura?
Quello della formazione è senza dubbio un aspetto nevralgico per le imprese impegnate in processi di cambiamenti volti alla costruzione di business più green, efficienti e digitalizzati. Non è un caso infatti che all’interno del contratto del settore elettrico, che riguarda oltre 50.000 lavoratori e che è stato rinnovato alla fine del 2019 da Elettricità Futura insieme alle altre organizzazioni datoriali e ai sindacati di settore, la formazione continua risulti un elemento cruciale e di grande novità. Da tali riflessioni svolte all’interno dell’Associazione anche e soprattutto insieme ai responsabili HR delle imprese, è nata quindi la EF Academy, un progetto che propone percorsi formativi costruiti ad hoc sulle richieste delle aziende, grazie alla consolidata collaborazione con SAFE, organizzazione con una esperienza ventennale nel campo della formazione settoriale e manageriale.
Per selezionare i percorsi formativi di EF Academy da quali “priorità” siete partiti?
La scelta dei percorsi formativi nasce dall’ascolto proattivo delle nostre imprese associate che investono sul futuro professionale delle rispettive risorse come driver di competitività e dalla collaborazione con un partner esperto nella formazione come SAFE, che sa comprendere i cambiamenti, individuare le priorità e strutturare moduli formativi che in alcuni casi anticipano le richieste. Un esempio per tutti è rappresentato dal ciclo di webinar sullo smart working che abbiamo proposto alle nostre aziende associate a marzo, mese in cui l’emergenza da Covid-19 ha cambiato drasticamente la vita delle organizzazioni.
A chi sono rivolti i corsi di EF Academy?
I corsi sono rivolti agli operatori e alle organizzazioni coinvolti nei processi di cambiamento dettati dalla digitalizzazione e dalla transizione energetica. In particolare, il nuovo ciclo formativo sulle competenze trasversali (o soft skills) è certamente adatto a tutte le aziende, anche al di fuori del perimetro settoriale, mettendo al centro lo sviluppo del “capitale umano”, che prescinde dal comparto produttivo di appartenenza. Il target dei nostri corsi è normalmente il personale della fascia quadri/dirigenti, almeno per ciò che attiene le attuali proposte dell’offerta formativa 2020. Ma non abbiamo adottato uno schema predefinito di esclusione/inclusione, perché l’inquadramento e l’organizzazione del personale può essere differente anche in relazione alla tipologia e dimensione d’impresa. Inoltre, proprio per venire incontro alle esigenze delle aziende, offriamo percorsi formativi tailor made su richiesta delle aziende.
I vostri corsi 2020 puntano su comunicazione, team building, problem solving e processi di apprendimento, tutti temi che vedono al centro le persone: quanto conta il capitale umano per la crescita dei settori produttivi?
Il capitale umano è quanto mai un asset strategico per il futuro. La transizione energetica e la digitalizzazione richiedono lo sviluppo di nuove competenze e la capacità di conciliare produttività, formazione e valorizzazione dei lavoratori. Tra l’altro nel settore elettrico l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro si sta manifestando con anticipo rispetto ad altri comparti industriali, basti pensare all’importante coinvolgimento delle tecnologie e delle “macchine intelligenti” nel ciclo di generazione, trasmissione, distribuzione e consumo dell’energia elettrica e ai cambiamenti generati dallo sviluppo delle rinnovabili.
Per accompagnare al massimo questi cambiamenti per le aziende sarà importante gestire in maniera proattiva il cambiamento in un’ottica di revisione dei sistemi di gestione del personale. Affrontare questi processi significa certamente velocizzare i tempi di reazione e adattamento, anticipare le dinamiche dei mercati e sviluppare nuovi modelli organizzativi flessibili. Sfide ambiziose che certamente non possiamo improvvisare.
Come crede stiano cambiando i concetti di “produttività” e “performance” in un ambiente digitale?
La digitalizzazione sta cambiando i modelli organizzativi e certamente anche i parametri per valutare la produttività o la performance. Sarà importante in tal senso confrontarsi maggiormente con il concetto di “empowerment”, vero fil rouge della EF Academy. La digitalizzazione sta riscrivendo completamente il mondo del lavoro e non solamente i parametri per valutarlo. Porterà a una evoluzione delle strutture organizzative, che si riconfigureranno attraverso fenomeni di riduzione dei livelli gerarchici, di cambiamento nei livelli di integrazione verticale e orizzontale delle organizzazioni e nelle modalità di integrazione e collaborazione tra risorse interne e esterne, staff tecnici e linea operativa che modificheranno fortemente le dinamiche che oggi siamo abituati a vivere.
Quello che emergerà sarà infatti un modello lavorativo costituito da un generale aumento della collaborazione, attraverso la costituzione di team cross funzionali, e della flessibilità, ad esempio negli orari e postazioni di lavoro. A sua volta la digitalizzazione sta permettendo la nascita e lo sviluppo di nuove capacità manageriali, più focalizzate sulla inclusione e collaborazione, e di nuove competenze e professioni come i data scientist & engineers, data analysts, gli specialisti di Internet of Things, di Cyber Security, gli user experience designers e i digital enabler.
Cosa potrebbe o, ancor meglio, dovrebbe fare il mondo della politica per supportare le aziende verso una “transizione digitale”?
L’emergenza in corso ha mostrato con molta chiarezza che il digitale è la conditio sine qua non per muoversi nel mondo di oggi. Penso in particolare a tutte quelle organizzazioni che nel giro di pochi giorni hanno compiuto una rivoluzione digitale per permettere il proseguimento della attività da remoto. L’auspicio è quindi che la fase di ricostruzione del nostro Paese valorizzi la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, così come la ricerca e lo sviluppo. Sarà fondamentale promuovere in tal senso non processi digitalizzati, ma processi nativi digitali che consentano alle imprese di abbracciare una gestione più semplice e produttiva. Accompagnare la piccola e media impresa con formazione specifica e agevolazioni sul modello di industria 4.0. Agevolare la semplificazione dei contratti di lavoro agile e, in ultimo, completare l’infrastruttura FTTH, che abilita qualsiasi trasformazione digitale.
Di fronte alla necessità di sviluppare nuove competenze legate all’applicazione delle tecnologie digitali, cresce inoltre l’importanza di programmi di alternanza scuola-lavoro, di apprendistato professionalizzante e di approcci gestionali legati alla mappatura delle competenze e alla valutazione dei risultati che possono supportare i processi di formazione continua dei lavoratori più giovani e quelli legati agli obiettivi di riqualificazione e riconversione per i lavoratori più anziani.