NextChem (Gruppo Maire Tecnimont) e Scuola Superiore Sant’Anna presentano gli avanzamenti tecnologici e impiantistici per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella regione. Con il modello di Distretto Circolare Verde nuovi prodotti circolari e a basse emissioni per la transizione ecologica
Oggi la Toscana ha un’opportunità storica di chiudere il ciclo dei rifiuti grazie a nuove tecnologie impiantistiche che rispondono agli obiettivi di economia circolare e di decarbonizzazione dell’Unione Europea. Se ne è parlato al convegno “L’Economia Circolare per il rilancio green dell’industria: la chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti” svoltosi oggi a Pisa, promosso da NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimont, e dalla Scuola Superiore Sant’Anna.
In Toscana si ha necessità di soluzioni impiantistiche che consentano di chiudere il ciclodella gestione dei rifiuti, con 2,28 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e 10,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti ogni anno; dei rifiuti urbani oltre il 33% viene ancora smaltito in discarica e circa il 10% viene incenerito in impianti in via di chiusura.
NextChem, la società di Maire Tecnimont che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica e l’economia circolare, basandosi sul know how e l’esperienza di un Gruppo italiano dal respiro internazionale con circa 9000 addetti e sedi in tutto il mondo, ha presentato il suo modello di Distretto Circolare Verde e del ruolo che potrebbe contribuire alla chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti in Toscana. Il Distretto Circolare Verde può includere diverse tecnologie per realizzare prodotti della chimica verde – come idrogeno, metanolo, etanolo, dal riciclo di scarti plastici e secchi da cui estrarre carbonio e idrogeno per ricostruire molecole “circolari” e a basso contenuto carbonico – e per produrre idrogeno verde attraverso elettrolisi, da fonti rinnovabili.
“La tecnologia di conversione chimica per la produzione di molecole circolari è una innovazione di NextChem che si basa su processi consolidati – ha detto Pierroberto Folgiero, CEO Gruppo Maire Tecnimont e NextChem -. È una soluzione che contribuisce sia alla riduzione dello smaltimento dei rifiuti in discarica e sia alla decarbonizzazione dell’industria e dei trasporti, necessaria al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni”. È un modello che consente di riconvertire siti industriali salvando posti di lavoro e creandone di nuovi, di creare nuove filiere industriali e di ridurre la dipendenza energetica del Paese, producendo materiali che oggi vengono importati dall’estero e creando le condizioni per avviare una fase pilota di utilizzo dell’idrogeno nei trasporti pubblici, uno degli obiettivi del Next Generation EU e dei Piani per l’energia e per il clima.La soluzione allo studio è al crocevia tra bioeconomia ed economia circolare ed è funzionale alla lotta ai cambiamenti climatici sia per il risparmio complessivo di CO2 che dal punto di vista del recupero dei rifiuti, con la parallela riduzione dello smaltimento finale per incenerimento e in discarica.
Secondo Fabrizio Di Amato, Presidente Gruppo Maire Tecnimont, “la Toscana ha esperienze di eccellenza e rappresenta un laboratorio ideale per una innovazione tecnologica, industriale e nel rapporto tra industria, istituzioni e cittadini. La presenza di industrie storiche da riconvertire e l’infrastruttura logistica esistente suggeriscono l’individuazione di soluzioni che possono portare la Toscana all’avanguardia nella transizione ecologica e al contempo rispondere ad esigenze di tutela e sviluppo occupazionale”.
“La transizione verso un’economia circolare e rigenerativa richiede il contributo di imprese, istituzioni e cittadini-consumatori – ha dichiarato Marco Frey, Coordinatore Laboratorio sulla Sostenibilità (SUM-IDM), Scuola Superiore Sant’Anna.- La sfida è infatti impegnativa, serve una visione strategica di tipo sistemico, azioni condivise, tecnologie innovative. Alla Scuola Superiore Sant’Anna affrontiamo ogni giorno le opportunità e i vincoli connessi alle trasformazioni in corso. Lo facciamo insieme alle istituzioni, chiamate a rilanciare uno sviluppo che sia più sostenibile ed equo, e ad imprese, come NexChem, che si propongono come protagoniste della transizione”.
Il deficit impiantistico italiano è cosa nota – ha aggiunto Paolo Ghezzi Coordinatore Scientifico del Master Geca della Scuola Superiore Sant’Anna – La Toscana ha progettualità in corso per valorizzare la frazione Organica da RD, oggi al 50% destinata fuori regione, con investimenti per oltre 230 milioni. Un tema del master Geca in economia circolare. Con la necessaria riconversione impiantistica per la valorizzazione della frazione organica, la Toscana nel 2030 potrà essere autosufficiente se non addirittura garantire un surplus di capacita’ di trattamento con un potenziale plus economico.
Il convegno ha visto la partecipazione di un ricco parterre di relatori tra mondo dell’industria, della ricerca e delle istituzioni, coordinati dalla giornalista Monica Paternesi della Redazione economia dell’ANSA. Tra i relatori: Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Michele Conti, Sindaco di Pisa, Marco Frey, Coordinatore Laboratorio sulla Sostenibilità (SUM-IDM), Scuola Superiore Sant’Anna, Paolo Ghezzi, Coordinatore scientifico del Master GECA, Scuola Superiore Sant’Anna, Pierroberto Folgiero, CEO Gruppo Maire Tecnimont e NextChem, Mattia Pellegrini, Head of Unit DG ENV – Commissione Europea, Laura D’Aprile, Capo Dipartimento per la Transizione Ecologica e gli Investimenti Verdi del Mite, Andrea Sbandati, Direttore Cispel Toscana, Alberto Irace, AD Alia Servizi Ambientali, Renzo Macelloni, Sindaco di Peccioli(PI), Daniele Fortini, Presidente RetiAmbiente, Riccardo Breda, Presidente Camera di Commercio Maremma e Tirreno, Simona Bonafè, Parlamento Europeo, Manfredi Potenti, Camera dei Deputati, Stefano Ciafani, Presidente Legambiente, Fabrizio Di Amato, Presidente Gruppo Maire Tecnimont, Stefano Scaramelli vicePresidente Consiglio regionale della Toscana.