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A 18 anni inventa il modo per depurare l’acqua con il grafene

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(Rinnovabili.it) – Clorazione, distillazione, ebollizione e filtrazione ad alta tecnologia. Tutte tecniche per la depurazione dell’acqua dai costi troppo alti per alcune zone del mondo, nonché spesso dipendenti dai combustibili fossili. Ci voleva un ragazzo prodigio come Perry Alagappan, 18 anni, di Houston, per inventare un nuovo dispositivo di filtraggio in grado di trovare una soluzione economica e semplice.

A 18 anni inventa il modo per depurare l’acqua con il grafenePerry ha inventato un filtro riutilizzabile che rimuove il 99% dei metalli pesanti dall’acqua. È costruito con nanotubi di grafene, può essere risciacquato con un concentrato di aceto e usato più volte. Il ragazzo, che si è aggiudicato il premio Stockholm Water Junior di quest’anno durante la World Water Week appena conclusasi, ha detto che la produzione del filtro ha un costo di 20 dollari, un quinto di quanto richiede la tecnologia odierna per l’osmosi inversa.

 

«Mi sono interessato alla depurazione delle acque quando ho visitato i miei nonni in India – ha detto Perry Alagappan – e ho visto con i miei occhi come i rifiuti elettronici avevano gravemente contaminato l’ambiente». Contrariamente alle attese, il ragazzo non brevetterà l’invenzione, ma intende condividerla con il mondo: «La scienza deve essere a disposizione di tutti. Se si trattengono idee che potrebbero avere grande potenziale si blocca il progresso. Solo se le persone che vengono da Paesi diversi si incontrano è possibile andare avanti».

A 18 anni inventa il modo per depurare l’acqua con il grafene 3Perry, appena diplomato a Houston, ha avuto il permesso di utilizzare il laboratorio della Rice University per sviluppare la sua idea. Il suo filtro può essere adoperato in ambito domestico se montato sui rubinetti, oppure nel settore industriale per sostituire gli attuali sistemi di filtrazione non rinnovabili come la già citata osmosi inversa.

 

Riutilizzabile e open source, il filtro al grafene potrebbe essere di grande utilità sia nel trattamento delle acque reflue sia nella depurazione dell’acqua potabile, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Qui il problema dell’acqua sarà sempre più sentito e pressante nei prossimi anni, e l’innovazione può contribuire a trovare soluzioni. Alagappan ha ottenuto di poter studiare alla Stanford University, e prevede di pubblicare i suoi risultati sulla rivista scientifica Nature Materials. La produzione commerciale dei filtri potrebbe iniziare subito, ha detto, in un impianto a Swansea, nel Galles, dove materiali simili sono già prodotti su scala industriale.

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