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La Cina raffredda il web con il primo data center sottomarino al mondo

Pechino prova a superare Microsoft e inizia i lavori per installare un centro dati sotto il livello del mare: il primo al mondo su scala commerciale quando sarà operativo, nel 2026. La multinazionale di Seattle ha ultimato lo scorso settembre la fase di test a un progetto analogo

Data center sottomarino: la Cina sfida Microsoft
Foto di Daniel Dino-Slofer da Pixabay

Sorgerà di fronte alle isole di Hainan il data center sottomarino cinese

(Rinnovabili.it) – La strada per tagliare i costi energetici di internet passa dalle isole Hainan. È qui, in mezzo al mar cinese meridionale, che Pechino ha iniziato i lavori per il primo data center sottomarino su scala commerciale del mondo. Un progetto con cui il gigante asiatico prova a trovare la soluzione al raffreddamento dei server, uno degli aspetti che incidono di più sui consumi energetici necessari per sostenere il world wide web.

In territorio cinese nel 2019 si trovavano 74mila data center, più o meno un quarto del totale mondiale. Secondo le stime di Greenpeace, in media il 70% dei costi di esercizio dei centri cinesi dipende proprio dai costi energetici. In termini di consumi di energia, la Cina si deve preparare a un vero e proprio boom. Gli investimenti i nuovi centri sono aumentati del 15% annuo dal 2018 a oggi, un ritmo doppio rispetto a quello del resto del mondo. E la corsa al 5G e alle “neoinfrastrutture” digitali (questa la definizione di Pechino) correlate spingerà verso l’alto la curva anche nel prossimo futuro.

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La Cina ha quindi deciso di buttarsi in uno sforzo pionieristico. Le operazioni sono iniziate il 24 maggio e dovrebbero durare 5 anni. Dietro l’operazione, l’azienda di tecnologie marine Highlander, quotata a Shenzen, insieme alle autorità provinciali cinesi dell’Hainan. La gestione sarà poi affidata al provider di servizi internet Beijing Sinnet Technology. Ma non è chiaro chi stia finanziando l’iniziativa. Nel 2026 sarà operativo il primo data center sottomarino, sempre che qualche concorrente non provi a battere sul tempo Pechino.

Concorrenti che non mancano, a partire dall’americana Microsoft. La multinazionale di Seattle nell’autunno 2020 ha finito il test di un primo prototipo di centro dati da collocare sotto il livello del mare, il progetto Natick. Prima a 1 km di profondità sulla costa del Pacifico, quindi al largo delle isole del Nord britanniche. Lì ha lavorato per due anni 35 metri sotto la superficie del mare, senza intoppi a nessuno degli 864 server con una capacità di stoccaggio totale di 27,6 PB (petabyte). A confronto, il tentativo di Pechino è più limitato. Il data center sottomarino avrà una capienza ridotta, con appena qualche centinaio di server a fronte dei circa 3mila server ospitati in un centro di stazza media.

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