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Contro i black out, lo stoccaggio flessibile viaggia sui treni

A Berkeley hanno studiato un sistema di stoccaggio di backup su rotaia più economico di quello fisso per affrontare i black out

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Via depositphotos.com

Per eventi che accadono di rado come i black out, spostare energia di backup tramite le ferrovie è rapido ed efficace

(Rinnovabili.it) – Per aumentare l’affidabilità della rete di fronte agli eventi estremi, gli scienziati dell’Università di Berkeley hanno un’idea creativa. Consiste nel caricare i treni di batterie per avere stoccaggio di backup su rotaia contro i black out elettrici. Qualche settimana fa gli incendi in Sicilia e i problemi sulla rete a Roma e in altre città ci hanno ricordato la debolezza delle nostre infrastrutture di fronte alla crisi climatica. E anche negli Stati Uniti hanno avuto episodi simili nel 2020, cosa che probabilmente ha stimolato il mondo della ricerca. Il team del Lawrence Berkeley National Laboratory ci ha lavorato al punto da pubblicare i suoi risultati su Nature

Mettere le batterie a bordo dei treni potrebbe essere un’opzione flessibile ed economica per rispondere al rischio di black out. Questo “stoccaggio mobile” può infatti rendere disponibile l’energia in condizioni estreme, spostandola su una capillare rete ferroviaria. secondo i ricercatori, le ferrovie statunitensi hanno la capacità di portare l’energia dove serve quando si verificano questi eventi. Come soluzione, oltretutto, costa meno della costruzione di nuove infrastrutture.

L’idea di approfondire la questione è venuta ad Amol Phadke, scienziato del Berkeley Lab e coautore dello studio. Stava guardando un lungo treno merci transitare per un passaggio a livello e si è posto la domanda di quante batterie potesse trasportare. “Un rapido calcolo approssimativo ha rivelato una capacità sbalorditiva, potenzialmente sufficiente a fornire energia a ogni famiglia di Berkeley per alcuni giorni”, ha spiegato.

Nel frattempo, però, il governo sta investendo su strutture fisse con linee di trasmissione. Ma questa idea è diseconomica rispetto all’opzione mobile ideata da Berkeley. Il calcolo dei ricercatori restituisce infatti un risultato chiaro: sotto i 400 km di distanza, conviene il treno in caso di black out molto rari. Se vengono usate spesso, invece, il vantaggio delle batterie stazionarie supera quello degli stoccaggi mobili. Sopra i 1500 km non c’è partita: vincono sempre i treni. Questa opzione potrebbe far risparmiare al settore energetico fino al 60% del costo totale di una nuova linea di trasmissione o il 30% del costo totale dell’accumulo di batterie stazionarie.