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Problemi per Orca, il 1° grande impianto di cattura diretta dall’aria di CO2 al mondo

impianto cattura CO2
Credits: Climeworks

L’impianto di Direct Air Capture è attivo da settembre 2021

(Rinnovabili.it) – A 8 mesi dal lancio, spuntano i primi problemi per l’impianto cattura CO2 più grande del mondo. Orca si è congelato e parte dei suoi componenti non funzionano a dovere. Così, il dispositivo di Climeworks basato sulla cattura diretta dall’aria (Direct Air Capture, DAC) è in ritardo sulla tabella di marcia per rimuovere le 4.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno preventivate.

Non la migliore pubblicità per l’azienda, che pochi giorni fa ha annunciato di aver raccolto investimenti per 650 milioni di dollari da realtà come Partners Group, GIC, Swiss Re e altri investitori internazionali. Da quanto si apprende, il problema è legato al freddo. L’impianto di cattura diretta dall’aria è installato vicino a Reykjavik, in Islanda. Il meteo poco clemente ha messo a dura prova alcune componenti di Orca compromettendone il funzionamento. L’azienda svizzera sta però lavorando per sostituire le parti rese inutilizzabili e rimetterlo in moto.

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Il sito è operativo da settembre 2021 e si trova in prossimità della centrale geotermica Hellisheiði. Una scelta non casuale: ad alimentare il sequestro dell’anidride carbonica è esclusivamente l’energia del sottosuolo per renderlo il più sostenibile possibile. Orca vuole dimostrare che la cattura diretta dall’aria di CO2 è possibile su scala industriale, cosa che la farebbe diventare una soluzione matura (e molto ambita) per tagliare le emissioni di gas serra. Da programma, dopo il 1° anno in cui dovrebbe togliere dall’atmosfera 4mila t di CO2, la capacità dell’impianto dovrebbe salire a 1 mln di t entro fine decennio.

Nel sistema di Climeworks, l’aria viene aspirata da ventilatori e condotta verso un materiale filtrante solido, al quale l’anidride carbonica si attacca. Una volta saturi di CO2, i collettori vengono riscaldati per rilasciare il gas. Il flusso ormai puro di anidride carbonica che ne risulta può essere immagazzinato nel sottosuolo o utilizzato dall’industria. Nel primo caso, lo stoccaggio avviene in modo permanente attraverso il processo di mineralizzazione naturale Carbfix.

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