L’investimento da 53 milioni di euro è finanziato quasi al 50% dall’Innovation Fund dell’UE. Il sistema è basato sulla tecnologia Bluenzyme™ di Saipem che impiega un solvente non tossico e non volatile. Taglierà il 100% delle emissioni di CO2 del termovalorizzatore di Hera a Ferrara. L’anidride carbonica sarà stoccata nei depositi geologici dell’Alto Adriatico
Quasi 24 milioni di euro dall’Innovation Fund, il programma con cui l’Europa sostiene soluzioni tecnologiche pulite altamente innovative che possano essere attuate rapidamente. È il finanziamento che si sono aggiudicati Saipem e Hera per il 1° progetto su scala industriale di cattura della CO2 da un termovalorizzatore in Italia. Un’iniziativa che potrà essere replicata non solo su altri impianti analoghi ma, più in generale, in siti hard-to-abate italiani ed europei.
Come funziona la cattura della CO2 dal termovalorizzatore di Saipem e Hera
La chiave di volta di questo progetto è Bluenzyme™. Una soluzione per la cattura di CO2 modulare e trasportabile, che Saipem ha lanciato nell’autunno del 2023. Si tratta di un sistema modulare standardizzato di tipo plug-and-play con una capacità nominale di cattura di 200 tonnellate al giorno.
I criteri richiesti dall’Innovation Fund riguardavano il forte contenuto innovativo, il contributo alla decarbonizzazione e la replicabilità: in questo senso la soluzione tecnologica di Saipem Bluenzyme è stata decisiva per il processo di selezione del progetto.
Il sistema Bluenzyme™ è basato su “CO2 Solutions”, una innovativa tecnologia enzimatica per la cattura dell’anidride carbonica nei processi industriali di piccoli e medi emettitori. L’enzima impiegato, l’anidrasi carbonica, è lo stesso che il corpo umano (e altri esseri viventi) impiega per lo scambio organico di CO2 durante la respirazione.
Si tratta quindi di un solvente non tossico e non volatile, che permette una soluzione di cattura della CO2 con un impatto ambientale notevolmente ridotto. E ad alte prestazioni. Secondo i dati di Saipem, l’efficienza di cattura sarebbe del 95%. A cui va aggiunta un’efficienza energetica elevata dal momento che la tecnologia è idonea all’utilizzo di calore recuperabile da fonti a bassa temperatura.
“Il riconoscimento da parte dell’EU Innovation Fund conferma l’elevato livello di innovazione della tecnologia Bluenzyme™ di Saipem per la decarbonizzazione dei piccoli e medi emettitori nei settori hard to abate con un progetto unico a livello italiano ed europeo che rafforza il ruolo della nostra azienda nell’accompagnare i propri clienti nel percorso verso la carbon neutrality”, ha dichiarato Alessandro Puliti, CEO di Saipem.
Abbattere il 90% delle emissioni del termovalorizzatore di Ferrara
Il finanziamento permette di coprire quasi metà dei 53 milioni di euro di investimento che Hera e Saipem prevedono per realizzare l’impianto di cattura di CO2 presso il termovalorizzatore di Hera a Ferrara. Dopo l’installazione, che dovrebbe essere ultimata nel 2028, l’impianto sarà in grado di catturare il 90% circa delle emissioni di una delle due linee del termovalorizzatore, ovvero 64 mila tonnellate di CO2 all’anno (equivalente alle emissioni annuali di circa 37 mila automobili). Si tratta del 100% delle emissioni di CO2 del sito. Insieme alla cattura dell’anidride carbonica, il progetto prevede il trasporto della CO2 e il suo stoccaggio nei depositi geologici dell’Alto Adriatico, ovvero nei giacimenti di idrocarburi esausti.
L’impianto per la cattura di CO2 sfrutterà energia elettrica da fonti rinnovabili, cioè prodotta sia dal termovalorizzatore stesso sia dal calore fornito da fonte geotermica convogliato tramite la rete di teleriscaldamento della multiutility.
“Si tratta di una tecnologia sicura e replicabile su altri impianti in Italia e all’estero, che associa le attività di economia circolare volte al recupero della materia con i processi di decarbonizzazione” ha dichiarato Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera. “Con questa soluzione, in un settore importante come quello del trattamento dei rifiuti e della generazione dell’energia, allunghiamo la vita degli impianti aumentandone la resilienza”.