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Le piante come bio-fabbriche per produrre i vaccini anti-Covid

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Piante di Nicotiana benthamiana nella serra a contenimento del Laboratorio Biotecnologie ENEA per i progetti di Plant Molecular Farming. Credits: ENEA

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Le piante come bio-fabbriche per produrre vaccini, anticorpi e prodotti diagnostici per combattere il Covid-19. L’obiettivo è soddisfare la domanda nazionale in modo rapido, efficace e a costi contenuti. A proporlo è una squadra di ricercatori dell’Enea, insieme con l’università di Verona e Viterbo, il Cnr e l’Istituto superiore di sanità (Iss).

L’iniziativa – viene spiegato – prevede l’utilizzo del Plant molecular farming, una piattaforma innovativa già utilizzata in altri Paesi per ottenere biofarmaci.

In particolare il progetto – descritto in uno studio ‘Plant molecoluar farmin as a strategy against Covid-19 – The italian perspective‘, pubblicato sulla rivista internazionale ‘Frontiers in plant science’ – si concentra sulla possibilità di realizzare nel nostro Paese strutture per produrre ‘in pianta’ le biomolecole necessarie per lo screening diagnostico di massa, l’immunoterapia passiva e la vaccinazione, da utilizzare non solo per il Covid-19 ma anche per eventuali future nuove pandemie.

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“Le simulazioni effettuate confermano che il Plant molecular farming – raccontano i ricercatori dell’Enea – potrebbe integrare efficacemente i metodi di produzione ‘tradizionali’ e per soddisfare l’intera domanda italiana di bioterapeutici (vaccini, anticorpi) e diagnostici basterebbe una serra di 12.500 metri quadri o un impianto di agricoltura verticale di soli 2mila metri quadri”.

Per quanto riguarda i costi, le stime mettono in evidenza che la realizzazione di tali strutture richiederebbe un investimento iniziale notevolmente inferiore rispetto a quello necessario per gli impianti produttivi tradizionali basati su biofermentatori per cellule di insetto o di mammifero.

Alcuni esempi di farmaci realizzati grazie alla tecnologia del Plant molecular farming sono un vaccino per l’influenza stagionale basato su particelle simil-virali (VLP, ‘Virus-Like-Particles’, particelle che mimano il virus ma innocue perché prive di capacità infettive) al momento in via di commercializzazione da parte di un’azienda canadese, che ha anche avviato la sperimentazione clinica di un vaccino contro il Covid. 

L’Enea ricorda la sua attività di ricerca in questo tecnologico da oltre vent’anni con infrastrutture, laboratori, piattaforme tecnologiche e know-how; in particolare fa presente lo sviluppo di molecole di interesse farmaceutico come vaccini (compresi quelli genetici potenziati da sequenze vegetali), anticorpi antitumorali, ma anche test e saggi diagnostici, come quello messo a punto in passato per il coronavirus della Sars.

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