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Batterie gelatinose ispirate alle anguille, nuova frontiera delle biotecnologie mediche?

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A Cambridge un gruppo di ricerca ha sviluppato batterie a base di idrogel, reti di polimeri che conducono elettricità

Batterie alla gelatina. Credito: Scherman Lab – Copyright ©University of Cambridge di Paolo Travisi Indice dei contenuti Toggle Le batterie gelatinose potrebbero essere usate nella biomedicina, soft robotics ed impiantate nel cervelloRinaldi di ENEA: “Nelle anguille si verifica il processo di carica/scarica”Batterie gelatinose combinano elevata estensibilità ed alta conduttivitàMa di cosa sono composte queste batterie?Supramolecular polymer networks, un nuovo materiale per batterie bioinspirate: il caso di EneaIl futuro delle batterie “gelatinose” nel campo biomedico Le batterie gelatinose potrebbero essere usate nella biomedicina, soft robotics ed impiantate nel cervello C’è grande fermento a livello mondiale nella ricerca e sviluppo di batterie. Per innovare si va oltre i materiali tradizionali e i metodi più conosciuti e – come accade spesso nel mondo scientifico – la natura è sempre un’ottima fonte di ispirazione. Stavolta, sono le anguille elettriche ad aver fornito l’idea ai ricercatori dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Il team ha sviluppato delle batterie “gelatinose” morbide ed estensibili, a base di idrogel conduttivo, costituito da reti tridimensionali di polimeri idrofili in grado di condurre l’elettricità. Questo tipo di batterie potrebbe trovare ampia applicazione nei campi della bioelettronica, biotecnologie mediche e della soft robotics, nei dispositivi wearable o persino impiantate nel cervello,…