L’asfalto al grafene è in grado di prevenire la formazione di buche
(Rinnovabili.it) – L’asfalto al grafene continua a farsi strada a Roma. Dopo i test all’aeroporto di Fiumicino, l’innovativa miscela ha pavimentato i 2.000 mq della stazione di servizio di Q8, inaugurata oggi sulla Via Ardeatina. Una prima mondiale che si identifica con un nome ben preciso: Gipave.
Gipave è il supermodificante a base di grafene e plastiche “dure” (quelle che normalmente non rientrano nella filiera del riciclo) sviluppato da Iterchimica. Dal 2018 ad oggi questa tecnologia brevettata è stata utilizzata in dieci campi prova sia in Italia che all’estero. Ed è la stessa che la società ha donato per il fondo stradale lungo 1.067 metri del nuovo ponte di Genova San Giorgio.
Cosa ha di speciale il nuovo asfalto al grafene? Tutti i test finora effettuati da università e laboratori certificati hanno confermato ottimi risultati in termini di performance della miscela. I dati su strada convalidano l’aumento della resistenza ai cicli di carico e la capacità di sopportare le escursioni termiche dimostrando che la tecnologia utilizzata consente di migliorare i parametri relativi all’ormaiamento (difetto collegato a zone sollecitate da frequenti passaggi di carichi elevati). La maggiore resistenza permette dunque di ottenere pavimentazioni che durano più a lungo rispetto a quelle realizzate tradizionalmente.
Al cuore dell’innovazione c’è l’economia circolare. Gipave contiene, infatti, G+ Graphene Plus, una specifica tipologia di plastica da recupero appositamente selezionata e una base funzionale studiata da Iterchimica. Questa ricetta permette all’asfalto di essere riciclato al 100% nei successivi cicli produttivi, risparmiando materie prime e riducendo le emissioni di CO2.
“Gipave – si legge nella nota stampa – è il risultato di una ricerca durata tre anni, condotta da Iterchimica in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, G.Eco (gruppo A2A) e Directa Plus. Il grafene utilizzato proviene dall’azienda Directa Plus quotata all’AIM di Londra, mentre la Società G.Eco ha fornito la componente di plastiche dure. L’Università degli Studi di Milano Bicocca si è occupata invece dell’intera analisi ambientale (LCA – Life Cycle Assessment)”.
Per pavimentare l’area di servizio Q8 è stata recuperata 1 tonnellata di plastiche altrimenti destinate alla termovalorizzazione. “Aver condiviso con Q8 questo test che sfrutta la nostra tecnologia Gipave per realizzare la prima stazione di servizio al grafene ci riempie di orgoglio – ha commentato Federica Giannattasio, Amministratore Delegato di Iterchimica – Per valutare l’efficacia delle pavimentazioni realizzate con l’asfalto contenente l’additivo al grafene abbiamo già svolto dieci campi prova sul territorio italiano e nel Regno Unito, ottenendo ottimi risultati. Si tratta di una tecnologia interamente made in Italy che permette di realizzare pavimentazioni high-tech, green e altamente resistenti con un risparmio economico e una riduzione di CO2 in atmosfera”.