Rispetto ai sorbenti impiegati tradizionalmente per la DAC, il sorbente ibrido messo a punto da ricercatori della Lehigh University in Pennsylvania e della Tianjin University di Shenzhen in Cina ha un’efficacia da due a tre volte superiore
Oltre alla fase di adsorbimento della CO2, il materiale ibrido è più efficiente anche nel desorbimento
(Rinnovabili.it) – Catturare fino a tre volte più anidride carbonica dall’aria, e con costi più contenuti. È ciò che promette un nuovo materiale per l’adsorbimento della CO2 messo a punto da un team di ricercatori della Lehigh University in Pennsylvania e della Tianjin University di Shenzhen in Cina. Un materiale ibrido, che utilizza resine e altre sostanze chimiche, e riesce sia a immagazzinare più CO2 sia a rilasciarla con meno dispendio energetico.
I limiti della DAC
La cattura diretta dall’aria (direct air capture, DAC) è una tecnologia ancora poco diffusa ma ritenuta importante per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Tra gli ostacoli alla sua diffusione c’è la bassa efficienza. La CO2 in atmosfera è molto diluita, “appena” poco più di 400 parti per milione. Così, per catturarne, sono necessari macchinari che hanno bisogno di molta energia sia per l’adsorbimento della CO2 sia per la fase di desorbimento, quando cioè si agisce sul materiale sorbente per fargli rilasciare l’anidride carbonica.
Verso un adsorbimento della CO2 più efficiente
Il nuovo materiale rende più efficiente l’intero processo. Si tratta, spiegano gli autori, di “un sorbente ibrido derivato dall’interazione acido-base di Lewis con un complesso poliammina-Cu(II)”, di base una resina, che raggiungerebbe molalità elevate, essendo in grado di catturare “oltre 5 mol di CO2/kg di sorbente”. Rispetto ai sorbenti impiegati tradizionalmente per la DAC è “una capacità quasi due o tre volte superiore rispetto alla maggior parte dei sorbenti DAC”, notano i ricercatori.
Non solo. I vantaggi ci sono anche nella fase di rilascio della CO2 catturata. “Il sorbente ibrido, come altri sorbenti a base di ammina, è adatto al desorbimento termico a meno di 90°C”, ma può anche rilasciare la CO2 se messo a contatto con semplice acqua di mare. “L’acqua di mare è stata convalidata come valido rigenerante e la CO2 desorbita viene contemporaneamente sequestrata come alcalinità innocua e chimicamente stabile (NaHCO3)”, concludono gli autori.