Rinnovabili

Le emissioni inquinanti rallentano la corsa grazie alle FER

Le emissioni inquinanti rallentano la corsa grazie alle FER
Foto di Biel Morro su Unsplash

di Paolo Travisi

Emissioni inquinanti da energia +1,1%, ma scendono costi per produrre rinnovabili

L’antico motto, l’unione fa la forza non ha perso il suo valore, soprattutto quando l’obiettivo comune è contrastare le emissioni inquinanti globali. Emissioni che continuano ad aumentare, ma ad un ritmo meno sostenuto grazie alle nuove capacità annuali di energia rinnovabile da fotovoltaico ed eolica, cresciute rispettivamente dell’85% e del 60%. Ad evidenziarlo è la Breakthrough Agenda – report realizzato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia insieme all’Onu – supportata da 59 paesi e da oltre 150 iniziative, che di anno in anno monitora gli sviluppi verso gli obiettivi del 2030 nei settori dell’energia, idrogeno, trasporto su strada, acciaio, cemento, edifici e agricoltura, che insieme rappresentano oltre il 60% delle emissioni globali. Si capisce che incidere in questi settori sia la chiave di volta per avvicinarsi al goal di Net Zero.

Tecnologie energetiche hanno evitato 2,2 miliardi di tonnellate di emissioni CO2

La Breakthrough Agenda, nel rapporto di quest’anno, evidenzia i progressi tecnologici incoraggianti compiuti da diversi paesi per la transizione energetica pulita e la cooperazione internazionale di alcuni settori, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di maggiori sforzi congiunti per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030.

Nel 2023, un’auto venduta su cinque venduta era elettrica, mentre le tecnologie legate all’energia solare ed eolica hanno contribuito a evitare circa 2,2 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno negli ultimi 5 anni, l’implementazione è concentrata in alcune regioni e i progressi sono disomogenei tra i settori”, si legge nel rapporto IEA-ONU, che sottolinea “l’azione dei singoli governi e delle singole aziende è necessaria, ma non sufficiente per raggiungere emissioni nette globali pari a zero entro la metà del secolo”.

Buoni progressi, ma serve maggiore collaborazione internazionale

Il settore dell’idrogeno ha registrato buoni progressi in aree chiave, grazie al sostegno finanziario di diversi paesi per nuovi progetti, mentre l’accordo alla COP 28 sulla triplicazione delle energie rinnovabili e il raddoppio dell’efficienza energetica ha segnato un passo avanti importante nel settore energetico; per contro i progressi sono stati più limitati in altre parti del settore energetico, in particolare negli sforzi per ridurre il costo del capitale dei progetti nelle economie emergenti e per indirizzare il supporto alle comunità dipendenti dai combustibili fossili per creare posti di lavoro e competenze locali.

“Il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol, ha affermato che “l’espansione delle tecnologie per l’energia pulita sta accelerando rapidamente…Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici condivisi, il mondo dovrà unirsi rapidamente. Il supporto e l’impegno con le economie emergenti e in via di sviluppo sono un elemento cruciale in questo senso. In un mondo incerto, i Paesi devono impegnarsi di più per colmare le lacune e affrontare aree che saranno reciprocamente vantaggiose, man mano che le transizioni verso l’energia pulita avanzano”.

Investimenti energetici da record, nel 2024 toccheranno 3mila miliardi di dollari

Nel 2023 il mondo ha aggiunto il 50% in più di capacità rinnovabile rispetto al 2022, ma ridurre le emissioni del settore energetico nelle economie emergenti resta una sfida importante”, si legge nel rapporto IEA-ONU che stima una crescita importante di investimenti energetici totali a livello mondiale supereranno, che nel 2024 per la prima volta toccheranno i 3mila miliardi di dollari, di cui circa 2mila miliardi di dollari destinati alle tecnologie pulite, tra cui energie rinnovabili, veicoli elettrici, energia nucleare, reti, stoccaggio, combustibili a basse emissioni, miglioramenti dell’efficienza e pompe di calore. “Nel settore energetico, l’elettricità pulita ha rappresentato circa l’80% delle nuove aggiunte di capacità al sistema elettrico mondiale nel 2023, con più denaro destinato al solare fotovoltaico rispetto a tutte le altre tecnologie di generazione di elettricità messe insieme” scrive ancora Breakthrough Agenda. 

Batterie, gli investimenti globali volano a 54 miliardi di dollari

Sul versante batterie, gli investimenti stanno decollando e sono destinati a raggiungere i 54 miliardi di dollari nel 2024, con un ulteriore calo dei costi, rispetto ai 40 miliardi di dollari del 2023. Le vendite globali di auto elettriche sono destinate a continuare la loro robusta crescita nel 2024, con più di 1 auto su 5 vendute in tutto il mondo quest’anno che dovrebbe essere elettrica, rispetto a 1 su 20 nel 2020. Le aggiunte di capacità di elettrolisi dell’idrogeno sono cresciute del 360% nel 2023, mentre le vendite di pompe di calore sono diminuite del 3% dopo 2 anni consecutivi di crescita a due cifre. Di fatto, i progressi si stanno verificando più rapidamente in quelle parti del sistema energetico per cui sono già disponibili tecnologie pulite e i costi stanno diminuendo rapidamente.

Squilibri geografici, investimenti maggiori in Cina e paesi avanzati

Tuttavia, questo progresso, pur promettente, è molto irregolare geograficamente. Gli investimenti globali in energia pulita, infatti, sono altamente concentrati nelle economie avanzate e in Cina, con solo circa il 15% dei flussi di investimenti in energia pulita destinati alle economie emergenti e in via di sviluppo, ben al di sotto di quanto necessario per soddisfare la crescente domanda di energia in molti di questi paesi. L’implementazione è allo stesso modo altamente concentrata, con le economie avanzate e la Cina, che rappresentano “il 90% dei nuovi impianti solari fotovoltaici ed eolici a livello globale e il 95% delle vendite di veicoli elettrici nel 2023”, si legge ancora nel rapporto. 

Emissioni globali da energia aumentate di 410 milioni di tonnellate: cosa fare?

L’impatto di questo squilibrio può essere osservato sulle emissioni globali di CO2 legate all’energia, che sono aumentate di 410 milioni di tonnellate, ovvero dell’1,1%, nel 2023, portando le emissioni a un livello record di 37,4 miliardi di tonnellate. L’intensità di carbonio dell’elettricità è diminuita dell’1% dal 2022 a 460 g di CO2/kWh, il costo medio per unità di elettricità per i nuovi progetti è sceso dell’88% per il solare fotovoltaico e del 60% per l’eolico. I prezzi dei moduli solari fotovoltaici nel 2023 sono diminuiti di quasi il 50% rispetto all’anno precedente e i costi di stoccaggio sono scesi di quasi il 90% dal 2010, inoltre nel 2023 è stata aggiunta una capacità rinnovabile del 50% in più rispetto al 2022. Tutto questo ha portato ad indebolire l’aumento delle emissioni, tanto che le economie avanzate hanno registrato un calo record delle loro emissioni di CO2 nel 2023, nonostante la crescita del loro PIL.

L’anno scorso è stato il primo in cui almeno la metà della produzione di elettricità nelle economie avanzate proveniva da fonti a basse emissioni come le energie rinnovabili e il nucleare. “Questo squilibrio sottolinea la necessità di un maggiore supporto alle economie emergenti e in via di sviluppo per garantire e condividere i benefici delle transizioni verso l’energia pulita, contribuendo al contempo agli obiettivi climatici internazionali – si legge ancora nel rapporto -. La collaborazione internazionale svolge un ruolo fondamentale nel creare le condizioni necessarie per una maggiore diffusione dell’energia pulita e per maggiori investimenti in queste economie, che saranno essenziali per il successo della transizione verso l’energia pulita”.

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