di Roberto Antonini
Non è quella in cui avverrà il cambio al vertice ma l’assemblea di Elettricità Futura in corso ieri a Milano a quanto si apprende sancisce l’avvio della fine della presidenza di Agostino Re Rebaudengo. Che l’attuale presidente non fosse destinato a rimanere era cosa già nota e ampiamente discussa nei circoli di settore, ma dopo le voci oggi il dissenso coagula. Circolano anche valutazioni su quanti sarebbero i “delusi”. Chi è a conoscenza della materia spiega, infatti che “circa l’80% della rappresentanza sarebbe per il cambio al vertice”. Si fa notare che si parla dell’80% della rappresentanza sindacale più che dell’assemblea, tra micro e macro operatori, con questi ultimi che al di là del voto aritmetico hanno un peso diverso. Insomma, l’assemblea EF di oggi è chiamata ad approvare bilancio 2023 e budget 2024, non ha all’ordine del giorno il tema della sostituzione del presidente, ma ormai l’associazione pare avviata su questa strada.
Oggi, quindi, in uno stretto riserbo, prende il via il percorso formale per la rimozione di Re Rebaudengo e l’individuazione del nuovo presidente. Prevista la nomina dei componenti della Commissione di designazione, che svolgeranno le consultazioni necessarie per il vaglio delle candidature raccolte. Si avvieranno i passaggi necessari per arrivare alla costituzione dell’organismo incaricato di vagliare le candidature che giungeranno. Non si può dire che Re Rebaudengo abbia conquistato gli associati di Elettricità Futura, con il malcontento nei suoi confronti che sarebbe espresso da circa l’80% della rappresentanza. Chi sa della questione fa notare che questo 80% di associati a Elettricità Futura avrebbe deciso il cambio convinto che l’azione di Re Rebaudengo sia stata poco incisiva e caratterizzata da un dialogo verso la parte istituzionale non così efficace.
Gli scontenti, a quanto pare la maggioranza degli associati, avrebbe preferito una presidenza – così viene detto – più incisiva con le istituzioni, anche in un senso maggiormente dialogante e aperto al confronto. Una situazione, chiosa chi ha seguito la vicenda, simile a quella di una forza politica che giunta al potere si pensa ancora all’opposizione, incapace quindi di intavolare un rapporto più serio e costruttivo con le istituzioni. Insomma, Re Rebaudengo dovrebbe lasciare non perché ‘troppo rinnovabilista’ ma perché “poco efficace”.
In un comunicato diffuso oggi Elettricità Futura conferma l’avvio dell’iter per individuare il prossimo presidente. Agostino Re Rebaudengo nell’assemblea di ieri, infatti, ha comunicato all’assemblea di aver già avviato la procedura per individuare il successore “dando seguito alla sua decisione già comunicata nel Consiglio dello scorso 11 ottobre, con l’obiettivo di arrivare celermente all’elezione”. EF nella nota contesta il ‘peso assembleare’ di chi sarebbe scontento dell’attuale presidente “riportato in numerosi articoli stampa”, precisando però che l’Assemblea ha riconosciuto a Re Rebaudengo “la sensibilità di aver saputo interpretare il confronto interno”. Da qui “la disponibilità a terminare anzitempo il proprio mandato, la cui scadenza è prevista nel 2026”, una decisione assunta “nell’auspicio che Elettricità Futura possa continuare con la stessa forza e unità a promuovere la crescita del settore elettrico italiano”, si legge. Gli associati hanno ringraziato Re Rebaudengo manifestando “grande apprezzamento per il suo lavoro, il suo impegno e i risultati raggiunti nei quattro anni”. Un mandato che nel 2022 era stato prorogato di due anni con il voto pressoché unanime degli associati. “Quando quattro anni fa abbiamo cominciato a predisporre il Piano Elettrico al 2030, l’obiettivo nazionale di sviluppo delle rinnovabili era di soli 40 GigaWatt al 2030”, ha rivendicato Re Rebaudengo, “oggi, quanto indicato nel nostro Piano, +80 GW al 2030, è un obiettivo normativo che leggiamo nel DM Aree Idonee”.