Dal 2013, il 59% delle zone umide maggiori che compongono il vasto ecosistema di Doñana, in Andalusia, sono in secca a causa del climate change e dei prelievi idrici da parte delle attività agricole illegali. Ora il governo regionale vuole un’amnistia e sdoganare l’agricoltura nell’area
Gli oltre 500 km2 di zone umide di Doñana sono Patrimonio dell’umanità Unesco dal 1994
(Rinnovabili.it) – “Il Doñana non è proprietà privata di nessuno, e men che meno della destra e dell’ultradestra andalusa”. L’ultimo a prendere posizione netta sul parco nazionale di Doñana, un sistema di zone umide riconosciuto patrimonio dell’umanità Unesco, è stato il premier spagnolo Pedro Sanchez. Un avvertimento, quello di Sanchez, che segue di pochi giorni l’approvazione, nel parlamento andaluso, di una legge che prevede l’amnistia per le attività agricole illegali che stanno prosciugando Doñana.
Il provvedimento metterebbe seriamente a rischio la sopravvivenza dell’ecosistema. Oltre a legalizzare ex post le attività che si sono insediate illegalmente (soprattutto coltivazioni di fragole), la legge prevede anche di espandere in modo massiccio l’area entro la quale si può coltivare a ridosso di Doñana. Il risultato sarebbe un aumento dei prelievi idrici per uso agricolo proprio. Acqua che proviene proprio dal parco nazionale, già messo a dura prova dal climate change: 6 bacini su 10 dei più grandi sono in secca dal 2013.
Quanti voti valgono le zone umide di Doñana?
Il governo regionale andaluso, guidato dal partito popolare, ha presentato questa proposta – appoggiata anche dall’estrema destra di Vox – a poche settimane dalle nuove elezioni regionali. Il tema era già stato al centro del dibattito politico nell’ultima tornata elettorale ed è particolarmente sentito nelle zone rurali dove popolari ed estrema destra si stanno disputando l’elettorato. E dove l’agricoltura, l’attività principale, è sotto fortissimo stress a causa della siccità scatenata dalla crisi climatica.
L’accelerazione proposta dal governo segue lunghi anni di illegalità e di avvertimenti da parte dell’Europa. Nel 2021 la Corte europea di giustizia aveva condannato la Spagna per il mancato rispetto delle direttive Habitat e Uccelli visti i prelievi idrici esorbitanti e superiori alla capacità di rifornimento delle falde nell’area. Quest’anno il numero uno della DG Ambiente ha spedito una lettera infuocata al rappresentante spagnolo all’Ue avvisando che Bruxelles è pronta a prendere tutte le misure necessarie, inclusa una maxi-multa, se Madrid non garantirà la tutela delle zone umide di Doñana.