I meccanismi d'asta sono e saranno ancora per diversi anni il principale strumento per decarbonizzare il sistema energetico europeo. Ma per gli analisti di Wood Mackenzie, è impossibile pensare che questa sia la vera strada del successo
Le energie rinnovabili sono vittime del proprio successo?
(Rinnovabili.it) – I prossimi dieci anni saranno fondamentali per mettere le politiche di decarbonizzazione del Vecchio Contenente su un percorso di successo. L’obiettivo delle zero emissioni in Europa richiede infatti diversi sotto-target da raggiungere in maniera progressiva. Ovviamente lo sviluppo delle fonti rinnovabili è al centro della scena. L’ultima direttiva approvata dall’UE prevede un obiettivo del 32% di energia verde nei consumi comunitari da raggiungere entro il 2030. Quota che a breve, promette l’esecutivo UE, sarà rivista al rialzo, in linea con le nuove ambizioni della legge europea sul clima.
Oggi il principale strumento per far crescere le green energy sono le aste al ribasso. Un meccanismo che, fino al 2025, dovrebbe sostenere ben il 70% dello sviluppo eolico e fotovoltaico nella regione europea. Tuttavia, spiegano gli analisti di Wood Mackenzie, gli attuali dati di settore evidenziano come le dinamiche a livello di mercato stiano plasmando l’approccio ai nuovi progetti. In altre parole, le aste rinnovabili da sole non saranno sufficienti a fornire la capacità necessaria alle zero emissioni in Europa.
“L’ipotesi che ogni meccanismo d’asta fornirà la sua piena quota di capacità, promuovendo alti livelli di concorrenza tra gli offerenti e prezzi più interessanti rispetto ai round precedenti, deve essere contestata”, afferma Peter Osbaldstone, direttore della ricerca di Wood Mackenzie. “La nostra analisi delle aste eoliche onshore in tutta Europa mostra che, dopo i bruschi ribassi iniziali, i prezzi sono rimasti relativamente piatti negli ultimi tre anni. Le dinamiche variano da mercato a mercato, ma ora stiamo assistendo ad una sottoscrizione in sottoscrizione nelle aste tedesche, francesi e italiane a causa di temibili colli di bottiglia nella pianificazione, che mantengono i prezzi medi invariati”.
La situazione italiana fornisce un fulgido esempio di ciò. I quattro bandi per l’assegnazione degli incentivi del Decreto Ministeriale FER 1 sono stati un fallimento. Di volta in volta, la scarsa domanda ha lasciato una differenza sempre più profonda con il contingente in gara. Le percentuali di riduzione per l’asta si sono fatte più esigue e il fotovoltaico è quasi scomparso dalle offerte.
Invertire la tendenza è possibile, spiega Osbaldstone, tramite lo snellimento del processo autorizzato e la riduzione del rischio di consegna.
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“Poiché la produzione di energia eolica e solare continua a rappresentare una proporzione crescente dell’approvvigionamento energetico complessivo, queste fonti affrontano un rischio crescente di cannibalizzare il proprio valore nei mercati. Di conseguenza, lo sconto tra i prezzi medi di mercato e quelli di acquisizione dell’energia rinnovabile aumenterà”, aggiunge Rory McCarthy, Principal Analyst di Wood Mackenzie. “L’entità della cannibalizzazione subita dai generatori eolici e solari nei mercati della decarbonizzazione sarà determinata da vari fattori, tra cui il tipo e la concentrazione della tecnologia, la capacità di rete e le condizioni della domanda di energia. La diversificazione del portafoglio, considerando […] anche opzioni di flessibilità come lo stoccaggio della batteria, può mitigare questa minaccia”.
Nel 2020, i prezzi dell’energia elettrica tendevano verso lo zero quando le fer non programmabili raggiungevano il 60% o più dell’offerta nella maggior parte dei grandi mercati europei. Ma la realtà sta cambiando. Il modello energetico di Wood Mackenzie rivela che entro il 2040, i prezzi elettrici in quegli stessi paesi non scenderanno a zero fino a quando le rinnovabili variabili non raggiungeranno il 110% o più dell’offerta. Questo cambiamento è reso possibile dalla crescente flessibilità della rete. L’energia viene immagazzinata ed esportata in ore a basso prezzo grazie ad un numero maggiore di impianti di stoccaggio e interconnettori. E in questo modo si riduce la quantità di energia a basso costo o “gratuita” sul mercato elettrico all’ingrosso.
“Non si dovrebbe presumere che una percentuale maggiore di rinnovabili si tradurrà sempre in un aumento delle ore a prezzo zero o negativo e in una crescente instabilità nei mercati energetici”, ha aggiunto McCarthy. “Una maggiore flessibilità giocherà un ruolo chiave nell’agevolare il cambiamento”.