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Youth4Climate a Milano, Cingolani: “Non si può protestare per sempre”

Dal palco di Milano, in vista della pre-COP, Greta Thunberg tuona contro la politica fatta solo di “blablabla” mentre Vanessa Nakate chiede giustizia climatica. Cingolani tende la mano ai giovani: “Ci servono soluzioni visionarie”

Youth4Climate: la parola ai giovani in vista della pre-COP di Milano
via depositphotos.com

Dal 28 al 30 settembre, coinvolti 400 giovani attivisti da tutto il mondo per lo Youth4Climate

(Rinnovabili.it) – I leader politici “hanno fatto finta di ascoltarci” ma in realtà continuano con il solito business as usual. Dalla classe dirigente globale arrivano “solo bla bla bla”, chiacchiere senza contenuti veri. E in parte la colpa è anche dei media: riportano le promesse sul clima dei leader mondiali ma non quello che fanno davvero, così non li inchiodano alle loro responsabilità. Con le dichiarazioni ruvide di Greta Thunberg è stato un inizio scoppiettante per Youh4Climate, l’evento dedicato ai giovani che si allaccia alla pre-COP di Milano, la riunione dei ministri dell’Ambiente in preparazione della Cop26 dal 30 settembre al 2 ottobre.

https://twitter.com/GretaThunberg/status/1442860615941468161

Di cosa si parla alla Youth4Climate

La Youth4Climate è il primo evento del suo genere nella storia della diplomazia climatica. Un appuntamento congegnato e organizzato dall’Italia, paese che quest’anno co-organizza la COP26 di Glasgow insieme alla Gran Bretagna. Uno spazio riservato ai giovani, alle loro proposte sul clima, alle idee e alle visioni delle nuove generazioni su come affrontare il cambiamento climatico.

Dal 28 al 30 settembre, al centro congressi MICO di Milano si riuniscono 400 giovani attivisti da tutto il mondo. Due per paese (per l’Italia Federica Gasbarro e Daniele Guadagnolo) impegnati in una tre giorni di workshop e dibattiti. Lavoreranno gomito a gomito con ministri di vari paesi e discuteranno le loro proposte. L’idea è che, grazie a questa “cerniera”, gli input dei più giovani arrivino fino alla plenaria della pre-COP, il 2 ottobre. Si tratta dell’ultimo incontro internazionale a livello ministeriale prima del vertice sul clima in Scozia che prenderà le mosse il 1° novembre.

La giustizia climatica che non c’è

Mentre Greta Thunberg ricordava uno per uno i ritardi della politica, di fianco a lei un’altra attivista per il clima virava il discorso sulla necessità di una giustizia climatica degna di questo nome. Vanessa Nakate, ugandese, è partita dall’Africa per sottolineare che non tutti hanno le stesse responsabilità nella crisi climatica.

L’Africa è il continente che “emette meno gas serra al mondo, dopo l’Antartide”, in pratica solo il 3% delle emissioni cumulative storiche. Ma è anche quello dove si avvertono di più i cambiamenti climatici: dalle ondate di calore agli incendi (quest’estate, mentre bruciavano Sardegna, Calabria e Sicilia, andava a fuoco anche tutta l’Algeria orientale), alle carestie come quella che sta attanagliando ancora una volta il Madagascar. E ancora: le spose bambine spesso hanno questo destino perché le loro famiglie hanno perso tutto per qualche disastro climatico.

Eppure la diplomazia è ancora lontanissima dall’obiettivo minimo sulla finanza climatica, quei 100 mld l’anno promessi nel 2009 che non si sono mai materializzati. Attualmente siamo intorno agli 80 mld l’anno, contando anche le ultime promesse da Stati Uniti ed Unione Europea. “Ovunque io vada i leader dicono che manterranno gli impegni ma sono poche le prove dei 100 miliardi di dollari che sono stati promessi per aiutare i paesi vulnerabili dal punto di vista climatico. Dovevano arrivare entro il 2020 ma siamo ancora in attesa”, accusa Nakate.

Cingolani: servono “soluzioni visionarie”, non si può protestare per sempre

E la politica? L’apertura della Youth4Climate è stata costellata di interventi, più o meno convincenti. Spicca Cingolani, subito preso di mira sui social dagli attivisti di mezzo mondo per una foto in cui – con mascherina indossata in modo discutibile – sembra spiegare a Greta Thunberg le sue posizioni sul climate change ricevendo indietro dall’attivista svedese uno sguardo tra l’incredulo e il disgustato. Eppure per il ministro della Transizione Ecologica, come ha detto ieri in un audio “rubato” a margine della Youth4Climate, al netto delle chiacchiere “io e Greta diciamo le stesse cose”.

Sul palco di Milano, invece, Cingolani ha esordito spiegando perché è importante ascoltare i giovani. “Vogliamo ascoltare le vostre idee, le vostre proposte, abbiamo bisogno della vostra visione, delle vostre motivazioni, del vostro coinvolgimento: uniamo le forze, non dobbiamo rinunciare al futuro del nostro pianeta”.

Dopo la mano tesa, l’ammonimento: “Ma ricordate che il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali globali devono essere trattate insieme, non esiste un’unica soluzione. Spero che oltre a protestare, che è estremamente utile, ci aiuterete a identificare nuove soluzioni visionarie: è quello che ci aspettiamo da voi”. Concetto ribadito in modo più diretto in giornata a un webinar di Save the Children: “Va bene protestare, ma le proteste non devono durare per sempre. Poi bisogna essere propositivi”.