Rinnovabili

Italia e Olanda i paesi più vulnerabili alla volatilità dei prezzi del gas

volatilità dei prezzi del gas
Foto di Doris Morgan su Unsplash

La sicurezza energetica italiana è ancora a rischio

In che misura l’Europa soffre ancora delle fluttuazioni finanziarie in ambito dei combustibili fossili? Cosa rende alcuni paesi più vulnerabili di altri alla volatilità dei prezzi gas? E cosa significa tutto questo per la transizione energetica e l’impegno dell’Unione europea a favore delle energie rinnovabili? Queste le domande da cui sono partiti alcuni ricercatori internazionali, nel tentativo di proporre nuovi indicatori per misurare tale vulnerabilità.

L’interdipendenza dei mercati

Oggi, a due anni dallo scoppio della guerra russa in Ucraina, il panorama energetico europeo risulta molto cambiato. La crisi dell’energia ha da un lato fatto pressione sulla transizione ecologica e dall’altro ha dato un’accelerata alle politiche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento fossile. Ma anche se ormai il Vecchio Continente appare lontano dalle criticità 2022, esiste ancora una debolezza di fondo che ne minaccia la sicurezza. Lo abbiamo visto nell’agosto 2023 quando degli scioperi in un impianto australiano di GNL hanno determinato un veloce rialzo nei prezzi elettrici all’ingrosso europei. Nonostante il rifornimento energetico in sé non abbia subito scossoni di alcuna sorta.

Ecco perché non sorprende sapere che lo studio evidenzi proprio i rischi legati alla forte interdipendenza dei mercati del gas naturale e dell’elettricità, soprattutto durante i periodi di turbolenza. Un legame che andrebbe spezzato a detta degli autori e anche di molti Paesi europei, Francia in primis.

“La vulnerabilità è una questione molto ampia, ed è anche legata alla sicurezza energetica. Ma quello che abbiamo fatto nello studio è molto specifico”, ha detto Jorge M. Uribe, coautore dello studio. “Nello studio descriviamo un mercato come ‘vulnerabile’ quando un brusco cambiamento nel prezzo del gas naturale porta ad un altrettanto brusco cambiamento del prezzo dell’elettricità nel mercato locale. Secondo il nostro studio, un mercato è vulnerabile, quindi, quando gli shock derivanti dai combustibili fossili si trasmettono e si intensificano nel mercato elettrico locale”.

I paesi più vulnerabili alla volatilità dei prezzi del gas

Per effettuare l’analisi, i ricercatori hanno utilizzato un modello econometrico molto flessibile, che ha consentito loro di misurare dinamicamente la relazione tra i diversi prezzi dell’energia valutando il loro rapporto quotidiano. Mostrando una variabilità nel tempo degli effetti indiretti del prezzo del gas naturale su quello elettrico. In tempi di stabilità e regolarità sono praticamente inesistenti, mentre in fase di crisi diventano significativi, richiedendo pertanto strategie proattive di gestione del rischio.

Ma quali sono i paesi che soffrono di più questa interdipendenza? L’articolo, pubblicato su Energy Policy, stila una sorta di classifica in cui Italia e Paesi Bassi emergono come i mercati più vulnerabili alla volatilità del prezzo del gas, seguiti da vicino da Regno Unito e Ungheria. All’estremità opposta della scala, la Repubblica Ceca e la Germania, seguiti da Spagna, Portogallo e Belgio.

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“I nostri risultati sottolineano l’importanza di una maggiore integrazione fisica ed economica dei mercati elettrici, la necessità di una matrice di generazione altamente diversificata che includa maggiori contributi da fonti rinnovabili e una pianificazione strategica che ci consenta di sfruttare i vantaggi naturali di cui gode l’Europa meridionale per la generazione elettrica da fonti rinnovabili. energie per ridurre la dipendenza dagli attori esterni all’UE”, ha concluso Jorge M. Uribe.

L’analisi è stata condotta dai ricercatori dell’Università di Barcellona, dell’Universitat Oberta de Catalunya, dell’Universidad de Concepción e della Queen’s University Belfast.

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