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Vertice sull’Amazzonia di Belém: “Uniti salveremo la foresta pluviale”

Nella città che ospiterà la Cop30 nel 2025 il Brasile sta per ospitare un summit con gli altri paesi della regione che con cui condivide la responsabilità di tutelare l’Amazzonia. Dall’incontro dovrebbe nascere la prima politica comune per la preservazione del bioma amazzonico

Vertice sull’Amazzonia di Belém: “Uniti salveremo la foresta pluviale”
Incendi in Amazzonia visti da satellite. Via depositphotos.com

Il vertice sull’Amazzonia di Belém si terrà l’8 e 9 agosto

(Rinnovabili.it) – Lula potrà inaugurare il vertice sull’Amazzonia di Belém dell’8 e 9 agosto con una buona notizia. A luglio, la deforestazione nella più grande foresta tropicale del mondo è scesa del 66% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Dato che conferma il cambio di direzione impresso dal nuovo presidente rispetto al disastroso quadriennio di Jair Bolsonaro. Dalla sua entrata in carica a gennaio 2023, il disboscamento è sceso del 42,5%. Ma per mettere in sicurezza l’Amazzonia dall’impatto della crisi climatica c’è bisogno di uno sforzo congiunto, coordinato e continuativo nel tempo.

Cos’è il vertice sull’Amazzonia di Belém e perché è importante

C’è proprio questo in gioco nella due giorni annunciata da Lula lo scorso maggio. Il formato del vertice sull’Amazzonia di Belém – nel cuore della foresta amazzonica, e dove il Brasile ospiterà la Cop30 nel 2025 – fa capire immediatamente l’obiettivo numero uno. Il Brasile siederà al tavolo insieme agli altri paesi latinoamericani con cui condivide una porzione di Amazzonia, cioè Colombia, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuela, Guyana e Suriname. Insieme faranno un passo storico: dal summit dovrebbe nascere la prima politica regionale comune per l’Amazzonia.

La preservazione dell’Amazzonia è fondamentale non solo per gli equilibri regionali ma anche su scala globale. Uno degli effetti principali sarebbe il cambiamento profondo nei pattern delle precipitazioni, dal momento che l’evapotraspirazione della foresta svolge un ruolo fondamentale. A cascata, ciò avrebbe ripercussioni su altre parti del sistema climatico terrestre, con effetti visibili ovunque. Secondo alcuni studi, l’innesco di un tipping point dell’Amazzonia e quindi il suo inevitabile degrado potrebbe far scattare altri punti di non ritorno climatici, accelerando così il riscaldamento globale.

Di cosa si parlerà a Belém

Tutti questi paesi fanno già parte dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Amazon Cooperation Treaty Organization, ACTO). Fondato nel 1978 in una prima versione e poi rafforzato nel 1995, questa organizzazione intergovernativa avrebbe il compito di coordinare le attività dei suoi membri al fine di conservare le risorse e l’ecosistema dell’Amazzonia. Sulla carta i meccanismi ci sono, quello che spesso è mancato è la volontà politica. Il summit di Belém dovrebbe porre rimedio e produrre un’agenda regionale per la conservazione dell’Amazzonia.

Due i temi cardine al centro del vertice: da un lato le azioni di conservazione, dall’altro la gestione della sicurezza lungo il perimetro della foresta. Si cerca così di affrontare alcuni dei fattori principali che guidano la deforestazione illegale, tra cui il cambio di destinazione d’uso del suolo legato all’espansione di allevamento e agricoltura di taglia industriale.

Tra gli aspetti su cui si concentreranno i rappresentanti degli 8 paesi amazzonici c’è anche il contrasto alle forme di criminalità organizzata che sfruttano in vario modo la foresta, tra cui anche il narcotraffico. Parte dei proventi dei traffici di droga che insistono sulla regione vengono peraltro reinvestiti (ripuliti) proprio in Amazzonia sotto forma di speculazione sull’accaparramento di terre, attività minerarie e taglio di legname.

Non mancherà il coinvolgimento del settore privato. Al quale Lula vuole chiedere una mano per procedere con la riforestazione di 30 milioni di ettari di foresta in stato degradato.