Fino a ieri sera l’Italia era fuori dalla lista degli aderenti alla Beyond Oil & Gas Alliance, l’alleanza promossa da Danimarca e Costarica per l’abbandono graduale delle fossili. Ma Roma avrebbe scelto un livello meno impegnativo di adesione, che non obbliga a bloccare tutte le nuove concessioni per gas e petrolio
Durante il penultimo giorno del vertice sul clima
(Rinnovabili.it) – “Sono appena uscito dalla ministeriale e ho comunicato al collega danese la nostra adesione”. Così il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato che l’Italia ha scelto di aderire alla Beyond Oil & Gas Alliance (BOGA), un’alleanza promossa da Danimarca e Costarica per bloccare la produzione di idrocarburi. Dal vertice sul clima di Glasgow, l’intesa lanciata in estate è riuscita a fare proseliti.
Roma, però, ha aderito non come membro a tutti gli effetti ma come “Friends of BOGA”. Si tratta del terzo e più basso livello dell’alleanza, che impegna l’Italia semplicemente ad allineare la produzione oil&gas con gli obiettivi di Parigi. Questo livello non prevede automaticamente, invece, uno stop alle nuove concessioni e una data certa per il phase out delle fossili, impegni che si assumono i “Core Members”. Né prevede dei passi concreti per ridurre la produzione di idrocarburi, la promessa che porta chi aderisce nel secondo livello del BOGA come “Associate Members”.
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Questo tipo di impegno (basso, quasi solo simbolico) da parte dell’Italia chiarisce il seguito della breve dichiarazione rilasciata da Cingolani a Glasgow: “l’Italia è persino più avanti”, ha detto il ministro. Ma il riferimento è solo agli impegni assunti come aderenti di terza classe. “Siamo molto avanti sul phase out del carbone e sul gas abbiamo le idee chiare: abbiamo il più grande programma di rinnovabili al momento scritto che prevede 70 miliardi di watt in più di impianti rinnovabili nei prossimi 9 anni. Il nostro obiettivo è arrivare al 2030 al 70% di energia elettrica rinnovabile”. Tutto ciò, però, non si traduce in uno stop alle trivelle e al rilascio di nuove concessioni, il vero elemento innovativo dell’alleanza.
Per lo stato dei negoziati sul clima, comunque, il rilancio dell’alleanza è una buona notizia. “Il lancio del BOGA segna un allontanamento da decenni di politica climatica internazionale in cui la necessità di allineare la produzione di combustibili fossili con i bilanci globali del carbonio è stata ampiamente ignorata – un’omissione che ci è costata cara e ha reso il percorso futuro molto ripido”, commenta l’ong Climate Action Network.
I primi aderenti sono Danimarca, Costarica, Francia, Groenlandia, Irlanda, Quebec, Svezia, Galles come Core Members; California, Nuova Zelanda e Portogallo come Associate Members; e l’Italia come unico Friend of BOGA. La Scozia potrebbe unirsi a breve. (lm)
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