La vicepresidente Priolo: “Da sempre sinonimo dell’identità e della storia dei nostri territori”
Bologna – Si snoda da Piacenza al Delta ferrarese, bagnando il parmense e il reggiano, e segnando per lunghi tratti il confine con Lombardia e Veneto. È il fiume Po, la più bella “infrastruttura verde” dell’Emilia-Romagna. Un’infrastruttura per cui la Regione ha deciso di avviare un percorso di sviluppo, per costruire un’identità e una visione strategica complessiva, in grado di “ricucire” tutti i progetti che la interessano, lungo l’intero corso.
Se n’è parlato oggi a Piacenza, negli spazi dell’ex chiesa del Carmine, durante l’evento di lancio del progetto regionale “Verso una visione strategica per il Po”: una prima, importante occasione di scambio con il territorio.
“L’obiettivo- ha spiegato Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente, che ha aperto e chiuso i lavori della giornata- è creare sinergie e mettere a sistema le progettualità in campo, per definire una visione complessiva e integrata capace di accrescere i benefici sociali, economici, ambientali, turistici e culturali che sono in grado di produrre. Gli investimenti attualmente previsti per il Po- ha aggiunto Priolo-, collegati sia al Pnrr che a linee di finanziamento ordinarie, porteranno nei prossimi anni a un livello di riqualificazione del fiume e promozione dei territori fluviali da molteplici punti di vista. Il Po è uno dei grandi fiumi d’Europa: la strategia per il suo futuro parte da qui. Con il contributo di tutti i soggetti interessati, vogliamo fare il punto sull’esistente per definire le azioni future da mettere in campo”.
“Le tre aree Riserve della Biosfera Mab Unesco dell’Emilia-Romagna rappresentano tre sistemi di elevato pregio naturalistico, paesaggistico e culturale, in cui è in atto un percorso di valorizzazione che vede il protagonismo delle comunità locali- ha aggiunto l’assessora a Parchi, Forestazione, Programmazione territoriale e paesaggistica Barbara Lori-. Due di queste aree, riconosciute a livello mondiale, riguardano il fiume Po: la Riserva Mab Po Grande e la Riserva Delta Po. I progetti già in atto nel Parco Delta, che beneficiano peraltro di importanti risorse regionali e del Pnrr per la valorizzazione delle biodiversità e turistica, così come i progetti di rinaturazione e salvaguardia delle biodiversità, in particolare nei siti Natura 2000 lungo l’intera asta del Po, rappresentano un’ulteriore opportunità per uno sviluppo green in aree di elevato pregio”.
“Il Grande fiume per l’Emilia-Romagna è una grande opportunità, sia dal punto di vista turistico che da quello del trasporto merci- ha sottolineato l’assessore a Infrastrutture e Turismo, Andrea Corsini-. Ambiti che possono sembrare distanti sono accomunati dalla possibilità che il Po ci offre di invertire alcuni paradigmi. Come infrastruttura, infatti, ci permette di spostare il traffico dalle strade all’acqua, con tutte le ricadute positive in termine di riduzione dell’inquinamento- ha evidenziato Corsini-; come destinazione turistica, invece, tra cammini, ciclabili, percorsi escursionistici e crociere, ci aiuta ad ampliare la nostra offerta di turismo ‘lento’, diversificando ancora di più il prodotto Emilia-Romagna specialmente nei confronti del pubblico internazionale”.
Il progetto, in sintesi
Il progetto regionale per la valorizzazione del Po prevede la creazione di un apposito marchio e punta, dunque, a essere uno strumento conoscitivo, gestionale e di integrazione dei diversi interventi avviati. Avrà a supporto una cartografia interattiva, in grado di rappresentare lo stato attuale e di progetto, combinando tutte le possibili interconnessioni.
Tutte le attività che saranno realizzate manterranno una connessione costante con i territori, tramite l’organizzazione di tavoli tematici, incontri pubblici e contatti individuali, per garantire uno stretto collegamento con la visione e le conoscenze di chi quel territorio lo vive quotidianamente. Verranno realizzati documenti divulgativi, report di sintesi dei workshop e degli incontri, news e schede informative. L’obiettivo è arrivare nell’autunno 2023 ad avere un ritorno di questo percorso.