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Un nuovo report dell’AEA ci chiede di uscire dall’Antropocene

Il nuovo briefing “Uscire dall'antropocene? Esplorare il cambiamento fondamentale nel nostro rapporto con la natura” dell’AEA ci chiede di ripensare il nostro rapporto con la natura e gli ecosistemi

Antropocene
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato il documento “Uscire dall’antropocene? Esplorare il cambiamento fondamentale nel nostro rapporto con la natura”, nel quale ci interroga circa il nostro rapporto con il resto del Pianeta, con la natura e gli ecosistemi. La tesi di fondo è che, se cambiassimo il modo in cui ci relazioniamo al mondo naturale, non sentendoci più padroni, potremmo costruire una maggiore consapevolezza delle nostre responsabilità nella gestione della natura. 

Perché dobbiamo uscire dall’Antropocene

La nostra specie è stata talmente influente sulla Terra da essersi meritata l’intitolazione di un’era geologica: l’Antropocene è quella fase della storia del mondo naturale in cui gli esseri umani hanno influenzato il pianeta, i suoi ecosistemi e il suo clima in maniera duratura – e probabilmente irreversibile – con la loro sola presenza, nonostante si limiti a un tempo relativamente breve rispetto a molti altri abitanti. 

Il documento dell’AEA ha per questo un titolo emblematico: “Uscire dall’antropocene? Esplorare il cambiamento fondamentale nel nostro rapporto con la natura”, che ci induce a un cambio di mentalità, a immaginare un modo di gestire le società e l’economia in simbiosi con la natura, abbandonando quella visione strumentale che per secoli ci ha fatti sentire utilizzatori di un patrimonio erroneamente ritenuto inesauribile. 

La premessa di questo ragionamento è che, nonostante quanto la nostra specie ha ritenuto per secoli, l’umanità è fondamentalmente interconnessa e dipendente dagli ecosistemi in cui è inserita, di cui è anzi parte. Per diverse fasi storiche quest’assunzione non è stata molto banale e il modo in cui abbiamo trattato il pianeta lo dimostra. Ne sono testimonianza anche i tentativi di porre rimedio agli impatti della nostra esistenza che, fino a oggi, sono comunque partiti da un presupposto divario tra noi e le altre specie abitanti del pianeta, nonostante la loro migliore integrazione rispetto alla nostra. 

Non potremo raggiungere la sostenibilità – ci dice l’AEA – finché non inizieremo a ritenere la natura “una fonte di capitale da rispettare nel suo valore intrinseco”. Cosa vuol dire materialmente?

Cambiare il nostro approccio: nell’elaborazione delle politiche ambientali comunitarie, così come in quelle nazionali o globali. Abbandonare il sovraconsumo, azzerare le disuguaglianze, appianare le asimmetrie di potere e demolire gli impianti di interessi acquisiti a beneficio di pochi, che hanno una visione decisamente a breve termine rispetto alle necessità di vita del pianeta. 

La riflessione sull’Antropocene fa parte di una più ampia serie, “Narratives for change”, che dà spazio a nuove prospettive e visioni indispensabili per costruire un cambiamento della nostra mentalità e renderci realmente in grado di agire per la sostenibilità.