(Rinnovabili.it) – Tutti d’accordo ad abbassare i prezzi del gas ma sul come pesa ancora tanto il grado di dipendenza energetica dalla Russia. Il Consiglio straordinario dell’Energia dell’UE si è concluso questo pomeriggio con un nulla di fatto su uno dei temi più attesi: l’imposizione o meno di un price cap sul gas. I ministri radunati a Bruxelles hanno fatto emergere una serie di divergenze, trovando però l’intesa su alcuni interventi a carico del mercato elettrico.
“Non è stata una discussione facile”, rivela Jozef Síkela, ministro dell’industria della Repubblica Ceca a cui spetta il semestre di presidenza del Consiglio. “E sicuramente non sarà l’ultima discussione per noi, ma siamo riusciti a trovare la strada giusta da imboccare. Siamo riusciti a concordare una direzione comune per misure di emergenza temporanee e ad affidare alla Commissione il compito chiaro di presentare una proposta solida e tangibile nel giro di pochi giorni”.
La discussione dei Ventisette si è focalizzata su quattro aree principali in cui gli Stati membri si aspettano ora che la Commissione agisca. Questi includono: la limitazione degli extraprofitti per i produttori di elettricità che godono di bassi costi di generazione; misure per una riduzione coordinata della domanda di elettricità in tutta l’UE; interventi per contrastare il calo della liquidità; e l’introduzione di “contributo di solidarietà” pagato dalle società di combustibili fossili e utilizzato per mitigare l’impatto del caro bolletta.
Nota bene: l’idea di imporre un massimale sul prezzo al gas non è stata accantonata. Al contrario il Consiglio ha chiesto all’Esecutivo di definire una proposta di intervento temporaneo ma senza riuscire ad trovare un’intesa interna. Diversi Paesi dell’Europa centrale ed orientale temono le ripercussioni di Mosca e un’interruzione definitiva delle forniture, in caso di adozione di un price cap solo sul gas russo.
Secondo quanto riferito dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, 15 Stati membri si sarebbero espressi a favore di un tetto generalizzato su tutte le importazioni di gas. Una indicazione che la Commissione europea ha tuttavia già scartato per gli ovvi rischi sui futuri acquisti di GNL.
Per Bruxelles la via giusta è colpire solo Mosca, ma per ora, ricorda la commissaria all’Energia Kadri Simson al termine del Consiglio, “nessuna decisione è stata presa”. Per arrivare ad un punto finale “intensificheremo le riunioni con gli Stati membri che più dipendono dal gas russo, dovremo essere pronti a livello regionale”. Simson ha anche anticipato che in materia di riduzione della domanda elettrica, l’Esecutivo sta riflettendo sull’obbligatorietà o meno dell’intervento. “Produrremo degli obiettivi di riduzione del consumo elettrico alle ore di picco, quelle più costose”.