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Tutela dell’ambiente in Costituzione, una piccola grande rivoluzione

L'Italia ha tagliato un traguardo storico, scrive l'on. Muroni, ma non tutti ne hanno colto la portata

Tutela dell'ambiente
via depositphotos.com

di Rossella Muroni

Finalmente possiamo commentare una bellissima notizia per l’ambiente e per il Paese: l’Italia ha tagliato lo storico traguardo della tutela dell’ambiente sancita nella Costituzione.

Dopo due deliberazioni sullo stesso testo sia al Senato che alla Camera, come richiesto per le leggi che modificano la nostra Carta fondamentale, è stata approvata in via definitiva la riforma che introduce tra i principi fondamentali della nostra Costituzione la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali.

Con un nuovo comma all’articolo 9 viene, infatti, sancito che la Repubblica italiana ‘tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni’ e che ‘La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’. Una innovazione davvero epocale, compiuta anche a tutela dei giovani di oggi e di domani, di quella Next Generation che l’Europa ha messo al centro del suo più ambizioso e generoso piano di rilancio. E grazie all’ampia maggioranza con cui il testo è stato approvato in entrambi i rami del Parlamento non sarà necessario il referendum confermativo.

Inoltre con due piccole aggiunte all’articolo 41 si stabilisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto alla salute e all’ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana, e si riserva alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l’attività economica a fini non solo sociali, ma anche ambientali. Un modo per indicare la direzione dello sviluppo sostenibile e riaffermare che mai più nessuno deve permettersi di chiedere agli italiani di scegliere tra lavoro da una parte e salute e ambiente dall’altra. E per ribadire che ecologia ed economia possono camminare insieme

Ritengo rilevante anche il fatto che la riforma, cui era abbinata anche una mia proposta analoga, sia bipartisan. Non a caso porta le firme dei senatori De Petris, Nugnes, Cirinnà, Giammanco, Collina, Marcucci, Ferrari, Ferrazzi, Perilli, Gallone, L’Abbate, Bonino, Calderoli, Augussori, Grassi, Pirovano, Riccardi. D’altra parte era richiesta nel Paese dai tanti cittadini che sollecitano alla politica interventi per salvare il clima e da ampia parte del mondo associativo e ambientalista, da Legambiente al WWF, dai Fridays For Future a Greenpeace solo per citarne alcune. Un risultato per il quale dobbiamo ringraziare anche l’impegno costante dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile nella diffusione della cultura dell’Agenza 2030 Onu e dei sui 17 obiettivi.

Credo che i padri costituenti ci abbiano lasciato una Carta tra le più avanzate al mondo. Ma sono anche convinta che oggi essere all’altezza di questa eredità significasse aggiornare la nostra Costituzione proprio con un riferimento esplicito alla tutela dell’ambiente. Una piccola grande rivoluzione di cui in Italia non tutti hanno colto la portata. Basti pensare che sulle prime pagine dei giornali in pochi hanno dato la rilevanza che meritava a questa notizia, penso ad Avvenire o al manifesto, sono stati molto più numerosi quelli che hanno messo solo un piccolo titolo di richiamo. Giusto per evitare di ‘bucare’ la notizia. Ma senza comprenderne il valore.

di Rossella Muroni, ecologista e deputata FacciamoECO