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Direttiva tutela del suolo, arriva la ricetta UE per fermare il degrado

Tutela del suolo: l’UE vara la 1° direttiva in materia
Foto di Kohji Asakawa da Pixabay

Il 5 luglio la Commissione ha presentato la proposta di direttiva per la tutela del suolo

(Rinnovabili.it) – Ci sono voluti 17 anni perché l’UE riuscisse a presentare una proposta per la tutela del suolo. Era il 2006 quando ci fu il primo tentativo, affossato da alcuni paesi tra cui Francia e Germania. Nel frattempo lo stato di salute dei terreni europei è peggiorato: oggi il 60-70% è degradato e il trend è negativo.

Tra il 61% e il 73% dei suoli agricoli dell’UE è colpito da erosione, perdita di carbonio organico, eccesso di nutrienti (soprattutto azoto), compattazione o salinizzazione secondaria (o una combinazione di questi fattori). Bruxelles stima che la perdita di servizi ecosistemici ci costi 50 miliardi di euro l’anno.

Ma a dispetto degli annunci dei mesi scorsi, la nuova proposta presentata il 5 luglio non dà anche al suolo uno status legale simile a quello di cui già godono l’aria, l’acqua e gli ambienti marini. Si limita a fissare una definizione di salute del suolo e a stabilire alcuni paletti per monitorarla.

Che cosa prevede la direttiva UE sulla tutela del suolo

La proposta – nella forma di direttiva, che dà facoltà ai Ventisette di recepirla con modifiche per adattarla ai contesti nazionali – definisce la salute del suolo come “la condizione fisica, chimica e biologica del suolo che determina la sua capacità di funzionare come sistema vitale e di fornire servizi ecosistemici”. E fornisce un lungo elenco di indicatori che dovrebbero essere monitorati dai paesi membri, riportando i dati all’EEA (l’Agenzia europea per l’ambiente), e sulla cui base costruire le misure necessarie per migliorare la tutela del suolo.

La lista di indicatori potrà essere modificata al momento del recepimento della direttiva da ciascun paese UE. La proposta di Bruxelles, ad ogni modo, accompagna molti degli indicatori con una rispettiva misura o soglia oltre la quale non è garantita la salute del suolo. Tra gli elementi considerati, ad esempio, ci sono la salinizzazione, la contaminazione da metalli pesanti, la riduzione della capacità di trattenere acqua, il consumo di suolo.

Dopo una prima valutazione dello stato di salute dei suoli nazionali, i paesi dovranno stilare una lista di azioni considerate rispettose del terreno o in grado di rigenerarlo, e un’altra lista di pratiche considerate dannose e da evitare. “Ciò consentirà agli agricoltori e agli altri proprietari terrieri di implementare i metodi di trattamento più appropriati e li aiuterà a mantenere e aumentare la fertilità del suolo e la resa, riducendo al minimo il consumo di acqua e nutrienti”, spiega la Commissione UE in una nota.

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