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Trivelle in mare, serve stop UE: 63 eurodeputati scrivono a Bruxelles

Eleonora Evi: "Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 occorre vietare le trivellazioni, sia in mare sia in terra"

trivelle in mare
Foto di wasi1370 da Pixabay 

E’ tempo di aggiornare la Direttiva UE sulla sicurezza delle operazioni petrolifere offshore.

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea si è data un preciso obiettivo a livello ambientale. Divenire climaticamente neutra entro il 2050. Eppure, nonostante la nuova ambizione e gli impegni presi con l’Accordo di Parigi, quando si tratta di definire una precisa data di scadenza all’impiego delle fonti fossili, l’esecutivo UE tentenna. A ricordarlo è oggi un nutrito gruppo di europarlamentari in una missiva indirizzata alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La lettera, a prima firma della deputata Marie Toussaint (gruppo Verdi/ALE ), punta il dito su una questione spigolosa: l’estrazione di idrocarburi e, in particolare, la ancora diffusa presenza di trivelle in mare.

Secondo un report della stessa Commissione europea, attualmente gli Stati membri non solo autorizzano un numero sempre maggiore di queste infrastrutture, ma non le monitorano, aumentando concretamente il rischio di incidenti come quello DeepWater Horizon del 2010.

In qualità di membri del Parlamento europeo – si legge nel testo – crediamo fermamente che l’UE e ogni Stato […] dovrebbero adottare una nuova legislazione per impostare un percorso verso una eliminazione graduale ma completa dell’energia fossile. A partire dal divieto di una delle attività più disastrose: la perforazione offshore”.

Il gruppo sottolinea come l’esplorazione e lo sfruttamento offshore di petrolio e gas sia non solo un’attività estremamente costosa ma rischiosa per la biodiversità. “Al di là dell’ovvio rischio di fuoriuscite, ogni fase del processo ha un impatto ambientale drammatico”. Si va dai test sismici in fase esplorativa alle perdite di idrocarburi durante l’estrazione e la manutenzione, fino ai rifiuti generati in fase di smantellamento delle piattaforme. Le trivelle in mare “rappresentano anche una minaccia per la vita e il sostentamento delle comunità costiere”, scrivono i deputati.

Un’ottima occasione per mettere al bando le trivellazioni si presenterebbe con la revisione della Direttiva UE sulla sicurezza delle operazioni petrolifere offshore. Un aggiornamento che, tuttavia, non risulta ancora pianificato da Bruxelles. 

“Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e tener fede agli Accordi di Parigi occorre vietare le trivellazioni, sia in mare sia in terra, che tra le attività legate alle fonti fossili sono una delle più pericolose”, spiega Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi europei e cofirmataria della lettera. “La moratoria sulle trivelle introdotta in Italia due anni fa sta per scadere benché le speranze fossero già minime, è facile immaginare che la crisi politica in corso abbia dato il colpo di grazia al PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee) e che nuove trivellazioni nelle acque italiane stiano per essere autorizzate. Se il governo italiano non riesce ad agire, tocca all’Unione europea prendere una posizione netta e vietare le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, che non sono compatibili con il Green Deal europeo, puntando invece con determinazione e coerenza sulle rinnovabili“.