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La Corte suprema della Norvegia zittisce gli attivisti sulle trivelle in Artico

Trivelle in Artico
via depositophotos.com

Il tribunale ha esaminato 10 licenze per le trivelle in Artico concesse 5 anni fa

(Rinnovabili.it) – La Norvegia ha tutto il diritto di moltiplicare le trivelle in Artico e di espandere licenze e operazioni. La sentenza della Corte suprema del paese scandinavo ha gelato gli entusiasmi di Greenpeace e Nature and Youth, che nei mesi passati avevano portato in tribunale il governo per provare a bloccare ogni attività estrattiva nella regione.

I due gruppi ambientalisti avevano usato come grimaldello un’asta per l’assegnazione delle licenze di estrazione che si era tenuta tra il 2015 e il 2016, vinta da Equinor e da altre compagnie. L’accusa: l’asta viola la costituzione della Norvegia e la Convenzione europea sui diritti umani, perché mette a rischio le generazioni future. In più, va contro l’accordo di Parigi.

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Argomenti rigettati in toto dalla corte. Dei 14 giudici, 11 hanno dato ragione al governo sulle trivelle in Artico. La sentenza che è stata emessa parla chiaro. Non solo Oslo ha diritto a estrarre idrocarburi senza, per questo, entrare in contraddizione con il diritto dei cittadini a godere di un ambiente pulito. Ma non è possibile ritenere l’esecutivo responsabile delle emissioni causate dagli idrocarburi che esporta.

La Norvegia è ancora il maggior produttore di petrolio dell’Europa occidentale con circa 4 milioni di barili di petrolio equivalente estratti ogni giorno. Greenpeace e Nature and Youth si erano concentrati su 10 licenze, ma speravano che un parere favorevole del tribunale avrebbe rappresentato un precedente con cui imbrigliare il governo e tutta la sua politica energetica.

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[…] Ciò significa che ai giovani di oggi manca una protezione giuridica fondamentale dai danni ambientali che mettono a repentaglio il nostro futuro […] Abbiamo un messaggio per tutti i giovani e per gli altri a cui importa: le elezioni stanno arrivando presto”, scrivono su Twitter gli attivisti della ong norvegese.

Il riferimento alle urne è legato a un passaggio preciso della sentenza. Infatti, tra le motivazioni con cui i giudici giustificano il diritto del governo a procedere con nuove licenze, le toghe hanno inserito un riferimento alle posizioni espresse dai deputati norvegesi, scrivendo che “un’ampia maggioranza in parlamento ha ripetutamente respinto le proposte per porre fine all’estrazione di petrolio norvegese”.

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