Rinnovabili • trivelle in basilicata Rinnovabili • trivelle in basilicata

Il Congo dà l’ok alle trivelle nella foresta pluviale

La produzione odierna di greggio del paese è marginale – appena 25mila barili al giorno – ma il Congo ha le seconde riserve più vaste di tutta l’Africa centrale e meridionale dopo l’Angola

trivelle in basilicata

Luce verde alle aste su 16 blocchi

(Rinnovabili.it) – Aste per le trivelle su uno dei più grandi pozzi di carbonio del mondo. Il governo del Congo ha appena dato il via libera all’assegnazione delle licenze per estrazione petrolifera su 16 blocchi. Nove dei quali si trovano nella Cuvette centrale, un’area del bacino del fiume Congo dove la foresta pluviale cresce sopra a un’immensa torbiera.

Una scelta che rappresenta un “errore storico” e potrebbe avere “conseguenze catastrofiche” per il clima e le comunità locali, denuncia Greenpeace Africa. “La messa all’asta di nuovi blocchi petroliferi ovunque è sbagliata e mina il diritto delle comunità a un ambiente sano. Il piano delle grandi compagnie petrolifere di distruggere gli ecosistemi più sensibili del Congo è un errore storico che deve essere eliminato immediatamente”, ha affermato Irene Wabiwa Betoko di Greenpeace Africa.

Leggi anche Il Congo lancia una strana lotta alla deforestazione

Secondo alcune stime recenti, la Cuvette centrale trattiene circa 30 Gt di CO2 e ospita la seconda foresta pluviale più estesa al mondo, dopo l’Amazzonia. Eppure su questo delicato ecosistema, il governo di Kinshasa ha messo gli occhi già dal 2021. Con argomenti molto simili a quelli abitualmente usati da Bolsonaro dall’altra parte dell’Atlantico. L’arrivo delle trivelle di Big Oil nella foresta congolese permetterà “lo sviluppo delle comunità locali”, assicurava l’anno scorso il ministro degli Idrocarburi Rubens Mikindo.

La produzione petrolifera del paese, a oggi, è marginale. Appena 25mila barili al giorno, tutti destinati all’export. L’esecutivo vuole aumentare questi introiti, forte del fatto che il Congo possiede le seconde riserve di greggio dell’Africa centrale e meridionale, dopo l’Angola. Non è l’unica iniziativa che va contro la salvaguardia dell’ambiente intrapresa dal governo Tshisekedi. Nei mesi passati, il Congo ha annunciato che avrebbe cancellato la moratoria sulle nuove concessioni per legname nella foresta pluviale. Una regione che si estende per oltre 1,7 mln di km2 e ospita circa 10.000 specie di piante tropicali (di cui il 30% uniche della regione) ed un gran numero di animali in via di estinzione.

Leggi anche La Foresta del Congo potrebbe scomparire nel 2100