Il rapporto Oil and Gas Benchmark curato da World Benchmarking Alliance’s (WBA) e CDP
(Rinnovabili.it) – Nessuna compagnia fossile ha un piano per il phase out di carbone, petrolio e gas. E anche la transizione low carbon sta poco bene: c’è una “pericolosa” mancanza di progressi verso gli obiettivi climatici del settore energetico. Anzi, in alcuni casi non ci sono solo pochissimi passi avanti, ma pure qualche passo nella direzione sbagliata. È la fotografia che scatta il rapporto Oil and Gas Benchmark curato da World Benchmarking Alliance’s (WBA) e CDP e pubblicato il 29 giugno.
Investimenti mancanti nella transizione low carbon
Una delle note dolenti sono i volumi di investimento. Negli ultimi anni le casse delle compagnie hanno accolto extraprofitti per centinaia di miliardi grazie agli shock energetici e alle incertezze legate alla guerra in Ucraina. Ben poco di questo surplus è stato impiegato per la decarbonizzazione.
Secondo lo scenario per una transizione verso emissioni nette zero dell’IEA, l’Agenzia internazionale per l’energia, entro il 2030 ogni dollaro speso dalle aziende per i combustibili fossili dovrebbe essere accompagnato da 5 dollari spesi per energia pulita e da altri 4 dollari per l’efficienza e gli utenti finali. Eppure, ad oggi, solo 1 compagnia fossile su 4 riporta dati in modo trasparente sulla quota di investimenti low carbon.
Phase out inesistente
Oltre al denaro mancano piani credibili per orientare la transizione low carbon. Sempre secondo l’IEA, già dal 2021 dovevano essere bloccati tutti i nuovi sviluppi di giacimenti fossili e verso la fine del decennio, cioè tra pochi anni, i livelli di produzione globale devono iniziare a scendere molto rapidamente. Eppure, nessuna delle compagnie fossili analizzate nel rapporto ha preparato piani del genere.
Così come manca l’impegno – i target spesso esistono – a tagliare le emissioni. Anche quelle più semplici da affrontare, le emissioni dirette (Scope 1). E anche quando farlo costerebbe relativamente poco e non presenta difficoltà particolari.
“Per dimezzare le emissioni Scope 1 e 2 del settore, le aziende devono investire 600 miliardi di dollari entro il 2030 in soluzioni a basse emissioni di carbonio. Questo non sta accadendo”, sottolineano gli autori. “Solo il 12% delle emissioni Scope 1 e 2 valutate dalle aziende è diminuito in modo da limitare il riscaldamento globale a 1,5 C. Le emissioni di metano Scope 1 e 2 devono essere ridotte del 60% entro il 2030, ma solo 29 aziende hanno reso noti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di metano entro il 2030”.