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Accordo da 8,5 miliardi: UE, USA e UK pagano la transizione giusta del Sudafrica

Transizione giusta: dopo 1 anno di negoziati, ecco il “modello Sudafrica”
Photo by Bence Balla-Schottner on Unsplash

L’Occidente punta a replicare il modello Sudafrica per promuovere la transizione giusta

(Rinnovabili.it) – La transizione giusta del Sudafrica vale 8,5 miliardi di dollari. Ad aprire il portafoglio saranno Stati Uniti, Unione europea, Gran Bretagna, più Francia e Germania. Dopo quasi un anno di negoziati è stato raggiunto l’accordo per accompagnare il paese africano verso l’abbandono accelerato del carbone dal suo mix energetico. Un’intesa che potrebbe diventare la prima di una lunga serie: i promotori sperano di replicare il “modello Sudafrica” con altri paesi in via di sviluppo ad alta intensità emissiva.

L’idea di fondo è questa. Da un lato, i paesi con economie in via di sviluppo vogliono assicurarsi che il passaggio dalle fonti più inquinanti all’energia pulita non sia brusco e non crei problemi sociali. Dall’altro lato, i paesi con economie avanzate riconoscono di aver contribuito in misura maggiore – determinante – alla crisi climatica con le loro emissioni storiche e, per questo, accettano di finanziare una transizione giusta. Una soluzione che risponde all’esigenza – comune a tutti – di accelerare la risposta globale alla crisi climatica. Il mix elettrico del Sudafrica si basa all’80% sul carbone.

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Non sono ancora noti i dettagli del piano per il Sudafrica. Dovrebbero essere presentati ufficialmente tra poche settimane, durante la COP27 di Sharm el-Sheikh. Una nota del governo sudafricano si limita a dire che il piano “delinea gli investimenti necessari per raggiungere gli impegni di decarbonizzazione assunti”, “promuovendo al contempo lo sviluppo sostenibile e garantendo una giusta transizione per i lavoratori e le comunità interessate”.

Ma secondo indiscrezioni, il presidente Cyril Ramaphosa avrebbe accettato termini non particolarmente vantaggiosi per il paese, e in contrasto con le sue precedenti promesse di accettare solo un accordo che preveda una quota sostanziosa di concessioni invece che prestiti. Le sovvenzioni, però, nell’accordo finale potrebbero rappresentare solo il 3% degli 8,5 miliardi di dollari totali. Il resto sarà fornito con prestiti agevolati o a tassi corrispondenti ai valori di mercato.

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