L’accordo per la transizione giusta sarà presentato all’Indonesia al G20 della prossima settimana
(Rinnovabili.it) – Da 15 a 20 miliardi di dollari. È il prezzo che potrebbe valere la transizione giusta dell’Indonesia. Almeno secondo Stati Uniti, Giappone e una manciata di altri paesi. Che la prossima settimana, al G20, presenteranno l’offerta al presidente Joko Widodo. Soldi in cambio di un abbandono accelerato del carbone. È il “modello Sudafrica” che ritorna dopo un anno.
Alla COP26 di Glasgow, 12 mesi fa, Washington e alcuni altri partner proposero al Sudafrica 8,5 mld $ per abbattere la quota di carbone dal mix energetico nazionale (oggi all’86%). Una mossa che rispondeva alla più grande delle recriminazioni dei paesi in via di sviluppo: la transizione costa, senza supporto finanziario non faremo abbastanza in fretta. E impostava, informalmente, un possibile schema da replicare con altri grandi inquinatori tra le economie emergenti. Come, appunto, l’Indonesia.
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Che cosa prevede la proposta che sarà presentata a breve a Jakarta? Secondo lo scoop di Bloomberg, l’accordo consentirebbe all’Indonesia di accelerare gli sforzi per evitare che vada online la capacità di generazione da combustibili fossili considerata “in eccesso”, e di limitare la sua pipeline di progetti a carbone. In tutto, dopo la sfoltita, potrebbero rimanere circa 10 nuovi GW di centrali. Fattori, questi due, che attualmente ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili.
La cifra offerta è un’inezia rispetto al denaro che servirebbe per completare la transizione giusta del paese – servirebbero centinaia di miliardi di dollari, secondo alcune stime anche 600. Ma è un punto di partenza per iniziare un percorso senza perdere tempo. Oggi il carbone pesa per il 61% del mix elettrico del paese, che è anche il massimo esportatore mondiale di carbone termico.
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Funzionerà? Il precedente col Sudafrica non aiuta, almeno per ora. Solo da poche settimane è stato siglato l’accordo definitivo per i finanziamenti: il modello Sudafrica, di fatto, deve ancora essere testato sul campo. Una differenza però c’è: rispetto a questo accordo, quello con l’Indonesia nasce da una fase di negoziazione molto lunga e potrebbe quindi portare a risultati più in fretta.