Rinnovabili • Transizione energetica: Saudi Aramco si prepara a un futuro più verde?

Transizione energetica, passi avanti per il colosso saudita Aramco

Riyadh ha trasferito il 4% delle azioni di Aramco al PIF, il fondo sovrano saudita con cui la famiglia regnante vuole gestire la transizione verde e diversificare la sua economia. La mossa vale 80 miliardi di dollari

Transizione energetica: Saudi Aramco si prepara a un futuro più verde?
Foto di Kanenori da Pixabay

Aramco è la più grade compagnia energetica al mondo

(Rinnovabili.it) – L’Arabia Saudita ha trasferito il 4% delle quote di Aramco, una delle compagnie degli idrocarburi più grande al mondo, al fondo nazionale per gli investimenti PIF. La migrazione di 80 miliardi di dollari dovrebbe dare nuova linfa al fondo sovrano e, soprattutto, dare credito alle promesse dei sovrani di Riyadh sulla transizione energetica. Il trasferimento, infatti, vuole preludere all’impegno in investimenti verdi a discapito delle fossili, che il regno saudita vuole gestire soprattutto attraverso il PIF.

I primi passi concreti e strutturali nella transizione energetica, il regno li ha compiuti solo l’anno scorso. Ad ottobre risale la Middle East Green Initiative, un piano da 10 miliardi di dollari che dovrebbe supportare lo sviluppo di “soluzioni di economia circolare per il carbonio” e di energia pulita. In buona sostanza, Riyadh ha iniziato a riposizionare la sua industria degli idrocarburi verso forme più “accettabili” sui mercati, a partire dalla cattura e lo stoccaggio della CO2 presso gli impianti estrattivi e di raffinazione, fino alla produzione di idrogeno.

Leggi anche L’Arabia Saudita diventerà campione di idrogeno blu per centrare la neutralità climatica

Finora però gli annunci non sono stati seguiti da risultati concreti degni di rilievo. Motore di questa transizione dovrebbe appunto essere il PIF, che nell’idea della famiglia reale saudita dovrebbe diventare qualcosa di simile al fondo nazionale norvegese – anche questo alimentato storicamente con i proventi delle fossili. Tramite il fondo, Riyadh vuole finanziare il processo di diversificazione economica. Proprio in questo contenitore sono finiti i quasi 30 miliardi di dollari che Aramco ha raccolto con la più grande offerta pubblica iniziale del mondo alla fine del 2019, quotandosi in borsa.

“II trasferimento del 4% delle azioni Aramco al Fondo pubblico d’investimento fa parte della strategia a lungo termine del regno per sostenere la ristrutturazione della sua economia”, spiega in una nota l’erede al trono saudita Mohammed bin Salman, tanto indicato come rinnovatore dell’economia nazionale tutta basata su gas e petrolio, quanto discusso per le tendenze autoritarie e scandali internazionali come la brutale uccisione del giornalista Jamal Khashoggi.

Leggi anche L’Arabia Saudita si dà alla mobilità a idrogeno sull’asse Aramco-Gaussin