La Banca europea degli investimenti misura l’attitudine verso la transizione energetica
(Rinnovabili.it) – Falliremo miseramente tutti gli obiettivi sul clima, la transizione energetica naufragherà, e la colpa è dei governi. Lo pensa più della metà degli europei, di gran lunga il popolo più pessimista del pianeta su quello che ci riserverà il cambiamento climatico in futuro. È infatti l’opinione di 58 cittadini europei su 100.
Inguaribili pessimisti: cosa pensano gli europei del climate change
Anche di là dalla Manica il sentimento non cambia molto: il 55% dei sudditi di sua Maestà prevede anni bollenti davanti a sé e non è soddisfatto di cosa fa Downing Street – che quest’anno organizza la COP26 – per rimediare. Le due sponde dell’Atlantico non sono così distanti visto che il 49% degli americani è d’accordo con noi europei, alla faccia dell’attitudine “can-do” tutta anglosassone. Tutto l’opposto in terra cinese. A Pechino, solo 7 cittadini su 100 sono pessimisti. Un incredibile 93% ha piena fiducia nel governo.
L’ultima fotografia dell’attitudine globale verso il cambiamento climatico prima del vertice sul clima di Glasgow l’ha scattata la Bei, la Banca europea degli investimenti. Su una cosa sola sono tutti d’accordo: il cambiamento climatico è la minaccia più impellente e grave per l’umanità in questo secolo. Dal sondaggio emerge anche un’altra linea di faglia che separa l’occidente dalla Cina: noi tendiamo ad aspettare che l’azione climatica arrivi soprattutto dai governi, i cinesi danno molto più spazio e peso alla responsabilità individuale.
Gli italiani e la transizione energetica
Noi italiani non siamo tra i più pessimisti. Ma chi vede il bicchiere mezzo vuoto è la maggioranza: il 55% pensa che falliremo gli obiettivi di Parigi. L’est e la Mitteleuropa sono più scettici, tutti i Balcani veleggiano oltre il 60 per cento così come la Germania (63%) e il Benelux. I più fiduciosi si trovano ai 4 confini del continente: portoghesi (45%), maltesi (49%), ungheresi e finlandesi (49%).
In compenso, gli italiani sono tra i più favorevoli in Europa all’imposizione di misure climatiche che obblighino le persone a cambiare i loro comportamenti. L’81% degli italiani si dice d’accordo con questo approccio alla crisi climatica, tanti quanti gli spagnoli. Il 72% sarebbe anche favorevole a una tassa sui prodotti e i servizi che contribuiscono di più al fenomeno del riscaldamento globale. Più convinti di noi solo i portoghesi e i maltesi (85%).
E con buona pace di tutti gli avvocati dell’atomo, gli italiani non guardano al nucleare come soluzione per la transizione energetica. Solo il 6% dei cittadini pensa che sia una tecnologia da sviluppare ancora (la media europea è del 12%). Neppure il gas riscontra molto successo, con valori analoghi (6%). E sì, gli europei in media preferiscono l’atomo al gas, ma entrambe le opzioni sono molto sotto le preferenze espresse per le rinnovabili.
Siamo tutti sprovveduti, non capiamo nulla di sicurezza energetica? O la maggior parte di noi è diventata dal giorno alla notte fan dell’”ambientalismo ideologico” di cui ama lamentarsi il ministro della Transizione Energetica Cingolani? Questo il sondaggio della Bei non lo dice, ma rivela che il 13% degli italiani preferirebbe puntare sul risparmio energetico piuttosto che sull’energia nucleare o il gas naturale. (lm)