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Ispred: migliora (di poco) l’indice della transizione energetica italiana

indice di transizione energetica italiana
Foto di sergei akulich da Pixabay

 L’aggiornamento trimestrale dell’Analisi ENEA del sistema energetico italiano

(Rinnovabili.it) – La crisi energetica che ha segnato il 2022, unitamente al temporaneo potenziamento delle centrali termoelettriche, non ha fatto bene alla transizione energetica italiana. Al punto che l’ISPRED, l’indice elaborato dall’Enea per monitorarne l’andamento sulla base dei trend di prezzi, emissioni e sicurezza, ha toccato il minimo della serie storica.

Oggi ad oltre sei mesi dall’inizio dell’anno, le cose sono cambiante. I prezzi dell’energia sono lontani dai picchi di agosto 2022 seppure ancora ampiamente superiori alle medie di lungo periodo. La produzione delle centrali a carbone è stata fatta rientrare nei ranghi e la contrazione dei consumi delle imprese energivore si è fatta sentire anche a livello “climatico”. Nello stesso periodo le rinnovabili elettriche in Italia sono cresciute; le stime ENEA ritengono possibile, per la fine dell’anno, una quota complessiva di consumi finali coperta da FER superiore il massimo storico del 2020 (20,4%). In altre la parole l’indice della transizione energetica italiana mostra alcuni miglioramenti anche se, a conti fatti, troppo piccoli e contenuti.

Transizione energetica italiana, i numeri del 2023

A riportare le novità è l’aggiornamento trimestrale dell’Analisi ENEA del sistema energetico italiano, elaborazione periodica dei dati relativi al settore energetico curata dall’Agenzia. Il documento mostra come nei primi sei mesi del 2023, sia continuata la diminuzione dei consumi di energia (-5%), nonostante la minore volatilità dei prezzi. “La flessione dei consumi riguarda in primo luogo il settore civile (-12%), principalmente per effetto del minor impiego di gas per il riscaldamento, come conseguenza delle misure amministrative e di efficienza adottate, ma soprattutto per il clima eccezionalmente mite dei primi mesi dell’anno, a gennaio in particolare”, spiega Francesco Gracceva, che cura l’Analisi ENEA del sistema energetico.

Anche l’industria ha registrato una riduzione dei consumi (-10%), determinata in particolare dal calo fino al 20% della produzione nei settori gas intensive, i cui consumi energetici risultano ormai inferiori di oltre il 5% rispetto a quelli del 2020. Crescono invece i consumi dei trasporti (+3%), con un incremento concentrato quasi tutto nel primo trimestre 2023 e un progressivo ritorno ai livelli pre-pandemia”.

Lato fonti energetiche, l’analisi evidenzia assieme alla riduzione dei consumi di gas (meno 16%) e carbone (meno 15%) un deciso aumento dell’import di elettricità (più 22%) che ha fatto da contraltare. Bene le rinnovabili elettriche con un più 5% di crescita, “anche se la traiettoria verso il nuovo target del 40% al 2030 richiederebbe una crescita molto più marcata”, aggiunge Gracceva. Secondo le stime ENEA, eolico e fotovoltaico hanno fatto registrare nella fascia oraria 13-15 del 10 aprile (giorno di Pasquetta) un nuovo massimo storico con la copertura di oltre l’80% della domanda.

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