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Indice ISPRED 2021: La transizione energetica italiana perde terreno

Riscontrato un peggioramento in tutti e tre i parametri di riferimento - sicurezza, prezzi ed emissioni di CO2 - ma la componente decarbonizzazione ha avuto l’impatto negativo più consistente

Transizione energetica: cosa deve fare l’UE secondo Wood Mackenzie
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Come cambia l’indice della transizione energetica italiana nel tempo?

(Rinnovabili.it) – La transizione energetica italiana perde terreno. Colpa in parte della ripresa dei consumi nazionali che ha caratterizzato il 2021 e a cui non è corrisposta un’aumentata produzione rinnovabili. A cui si è aggiunta ovviamente la crisi della sicurezza e da ultimo anche il rialzo dei prezzi. Con una spirale di rincari che nell’ultimo trimestre dell’anno ha toccato picchi impressionanti.  A tenere conto del trilemma energetico è la nuova analisi ENEA che oggi tre mesi aggiorna l’indice ISPRED dell’Italia. Quello che emerge dal documento è una complessiva tendenza al peggioramento.

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In termini di fonti primarie, il 40% dell’aumento dei consumi 2021 è da imputare al petrolio e alla ripresa dei trasporti. Oltre il 30% al è da riferire invece al gas naturale, quasi il 20% alle importazioni di elettricità e il resto ai combustibili solidi.

Nel contempo i consumi di energia da fonti rinnovabili sono risultati nel complesso in aumento marginale. Ma la decisa crescita della domanda totale nel 2021 ha fatto diminuire la quota di FER sul mix finale al di sotto del 19%. Non sorprende dunque sapere che anche la CO2 è tornata a crescere con il recupero di circa il 70% delle emissioni“perse” nel 2020.

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Un relativo peggioramento complessivo si registra anche nella componente sicurezza energetica dell’indice della transizione energetica, che si colloca ora sui valori minimi della serie storica. Meno impattante il rialzo dei prezzi al consumo dell’energia grazie alla sfilza di interventi governativi. Nonostante ciò va fatto notare come nell’ultimo trimestre dell’anno si sia registrato un balzo senza precedenti: il prezzo del gas al TTF ha toccato i 100 €/MWh rispetto ai 20 €/MWh del I trimestre (+400%). Quello dell’elettricità ha seguito a ruota, con il PUN lievitato del 300% a quota 240 €/MWh dagli originali 60, nello stesso intervallo di tempo.