Per raggiungere le zero emissioni 2050 in Italia sono necessari investimenti per 3.351 miliardi di euro. Una spesa ben minore rispetto a quella di uno scenario a basse emissioni e associata a maggiori benefici economici, occupazionali e sanitari
Presentato lo studio “Net Zero E-conomy 2050” di Enel Foundation e The European House – Ambrosetti
(Rinnovabili.it) – Ben 328 miliardi di euro di ritorni economici, accanto alla creazione di oltre 2 milioni di posti di lavoro e al risparmio di 614 miliardi in ambito sanitario e produttivo. Ma, soprattutto, la possibilità di aumentare la sicurezza energetica nazionale tagliando la spesa fossile di 1.914 miliardi di euro. Questi i benefici associati alla transizione energetica in Italia quando l’obiettivo da raggiungere sono le zero emissioni 2050. A calcolarli è “Net Zero E-conomy 2050“, lo studio redatto da Enel Foundation e The European House – Ambrosetti e presentato lo scorso venerdì in occasione del forum di Cernobbio.
Il rapporto ha analizzato le traiettorie della transizione energetica in Italia e Spagna e quantificato i gap rispetto a uno scenario di completa decarbonizzazione. Ma ha anche fornito preciso proposte per accelerare gli attuali trend e mostrato i benefici raggiungibili.
“Questo studio mette in evidenza molto chiaramente […] la forte dipendenza dell’Italia (dal gas) e i vantaggi molto evidenti che una riduzione accelerata dell’uso delle fonti di energia fossile può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivo”, ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.
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Transizione energetica in Italia, l’attuale traiettoria
Sul fronte delle energie rinnovabili, il Belpaese è attualmente ancora lontano dal target 2030. Per la precisione ci separano otto punti percentuali dall’obiettivo di portare al 30% le fer nei consumi finali. La situazione peggiora se si proietta lo sguardo al 2050, quando il gap tra risultati raggiunti e zero emissioni nette dovrebbe salire a 60,7 punti stando all’attuale trend. Anche nella riduzione delle emissioni di gas serra, sottolineano gli autori, l’Italia sta leggermente sotto performando discostandosi dal target 2030 di circa 2,3 Mton di CO2 eq. Una discrepanza che potrebbe allargarsi ulteriormente nel percorso verso la metà del secolo con altre 151 Mton in meno.
Come riportare la transizione energetica in Italia sulla giusta traiettoria? Con investimenti per 3.351 miliardi di euro; una spesa ben al di sotto di quella richiesta da minori ambizioni climatiche ed energetiche, grazie ai maggiori vantaggi sociali, economici, ambientali e di sicurezza energetica ottenibili.
Considerando l’investimento stimato per raggiungere uno scenario 2050 “net zero” si tradurrebbe per la nazione in 328 miliardi di euro di maggiori ritorni economici rispetto a uno scenario controfattuale e 2,6 milioni di nuovi posti di lavoro. Non solo. Il risparmio legato alla riduzione delle malattie, al miglioramento della produttività e al calo delle morti premature legate al minor inquinamento ammonterebbero a circa 614 miliardi di euro. In termini di risparmio sui costi dei combustibili fossili, nel periodo 2021-2050 il beneficio nello scenario “Net Zero” sarebbe di 1.914 miliardi di euro, consentendo anche una significativa riduzione dell’intensità del gas sul PIL, che in Italia potrebbe diminuire del 94% rispetto ai dati attuali.